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Attualità sabato 07 marzo 2015 ore 15:51

Commemorata la deportazione dei cittadini empolesi

Furono 55 le persone trasferite nei campi di sterminio nazisti. Il vicesindaco Mori: "Ricordiamo quella deportazione anche nel corso dell'anno"



EMPOLI — La cerimonia si è tenuta tra via Fratelli Rosselli e Largo 8 Marzo del ‘44, presso il monumento che ricorda quell’evento.

Presenti i rappresentanti delle forze dell'ordine – carabinieri, polizia, polizia stradale, polizia municipale, guardia di finanza, vigili del fuoco – delle associazioni combattentistiche e dei deportati, e i familiari dei deportati, che indossavano il fazzoletto a strisce bianche e azzurre dell’Aned, i ragazzi delle scuole medie Busoni-Vanghetti.

La mattinata era iniziata con la celebrazione della Messa di suffragio nella chiesa della Madonnina del Pozzo, in piazza della Vittoria, da dove poi ha preso le mosse il lungo corteo per raggiungere il monumento rappresentato da una delle fornaci della vetreria, proprio all’altezza di quello che era l’ingresso dello storico stabilimento cittadino.

E' stato il vicesindaco Franco Mori a deporre la corona d'alloro al monumento. Insieme a Mori erano presenti anche rappresentanti di altre amministrazioni comunali: per il Comune di Vinci l’assessore Claudia Heimes, per il Comune di Montespertoli l’assessore Mauro Mucciarelli, per il Comune di Capraia e Limite Corrado Ceccarelli.

"Oltre a ricordare queste vicende e le conseguenze di morte e di sofferenza che colpirono i deportati, le loro famiglie, i loro amici e colleghi – ha detto Franco Mori – dobbiamo conoscere, perché la memoria resti attiva dentro di noi. Dobbiamo assumerci la responsabilità di comprendere quegli eventi e il contesto storico in cui avvennero. Questo è l’unico modo per rendere giustizia agli empolesi che subirono la deportazione. Dimostrare oggi, con la nostra consapevolezza e con il nostro impegno civile, che apprezziamo la difficile scelta che fecero 71 anni fa di opporsi alla dittatura con uno sciopero, e che non hanno sofferto e non sono morti invano. Ricordiamoci che non sono un numero, sono persone, volti, affetti stroncati, sogni e speranze distrutti. Torniamo sempre in questo luogo – ha proseguito – anche negli altri giorni dell’anno e per tutti gli anni e rileggiamo sempre i loro nomi e ricerchiamo le loro storie. Veniamoci da soli, o meglio con i figli e poi con i nipoti. Perché ciò che qui è accaduto 71 anni fa non debba mai più accadere."

E’ intervenuto, con parole toccanti ed emozionanti di ricordo di quei giorni, anche Sauro Cappelli, presidente onorario dell'Associazione nazionale ex deportati di Empoli, che ha ‘rapito’ i ragazzi delle scuole medie con il racconto di quella deportazione.

Gli studenti delle classi III della ‘Busoni’, che partecipano al progetto ‘Investire in democrazia’, hanno letto testimonianze e pensieri su quegli eventi e sulla loro ‘missione’ di non far più accadere eventi simili.


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