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Attualità giovedì 17 dicembre 2015 ore 16:30

Bilancio Auser, 130mila ore di volontariato

Numeri importanti per l’associazione dell'Empolese Valdelsa che conta circa 4000 soci e che ha prestato servizio per quasi 10mila cittadini



EMPOLI — Auser Empolese Valdelsa conta circa 4000 soci, di cui 800 a Empoli e in quest'anno di attività ha servito 9726 cittadini in 130375 ore di volontariato con 1133 volontari impegnati.

Sono questi i numeri del bilancio sociale dell'associazione dell’Empolese Valdelsa presentati stamani in Comune a Empoli.

Il numero delle ore corrisponde a quelle prodotte da 90 dipendenti che lavorano a tempo pieno in un anno; i quasi 10mila cittadini serviti sono quanto gli abitanti di due piccoli comuni messi insieme.

Di fronte a tutti i presidenti delle sezioni territoriali dell’Empolese Valdelsa, riuniti nella Sala del Consiglio Comunale di Empoli stamattina, il sindaco di Empoli e presidente dell’Unione dei Comuni Empolese Valdelsa Brenda Barnini, ha voluto ringraziare per l’operato e l’impegno tutti i volontari attraverso il presidente di Auser Empolese Valdelsa Raffaello Nesi e la vicepresidente Daniela Tinghi. Erano presenti anche il direttore della Società della Salute di Empoli Nedo Mennuti, Susanna Tamburini in rappresentanza del vice commissario dell’Asl 11, Renato Colombai, Federico Gori per il Cesvot di Empoli e Sabatino Soldi per lo Spi Cgil.

"Maggior attenzione per l’impegno che centinaia di persone, in particolare anziani e pensionati, mettono quotidianamente al servizio della comunità - ha dichiarato Nesi -. Siamo un piccolo grande ente che lavora a fianco delle istituzioni realizzando grandi progetti solo per spirito di servizio verso la comunità. Una comunità fatta sempre più da anziani e che ha bisogno dell’operatività di tanti, non solo di noi. La nostra associazione è aperta a tutti, in particolare ai giovani. Siamo qui, veniteci a trovare nelle sedi sparse in tutto l’Empolese Valdelsa. Il nostro impegno serve alla gente, ma anche a noi per continuare a sentirci utili e vivi. Fra i progetti che mi piace evidenziare penso a tutte le iniziative legati alla integrazione fra culture, all’associazione Abitare Solidale e anche al nostro impegno quotidiano nel ‘Pranzo Insieme’. Ogni giorno, nella sede delle Pubbliche Assistenze di Empoli, ospitiamo una trentina di anziani a pranzo. Con 3,5 euro hanno primo, secondo, contorno e altro: non sono necessariamente persone che avrebbero problemi economici per mangiare, ma sono persone sole, anziane, che altrimenti mangerebbero male, cibi pronti e veloci. Perché quando un anziano rimane solo la prima cosa che fa smette di cucinare, soprattutto se maschio. E anche questo può avere conseguenze sulla propria salute. Invece così si nutrono in modo salutare e escono di casa socializzando. Riteniamo che da qui ai prossimi anni questo sarà una delle questioni su cui parlare e trovare soluzioni insieme all’amministrazione e alla politica".

"Il volontariato, in particolare le tante realtà empolesi che ho la fortuna di conoscere quotidianamente, rappresentano una delle tante ricchezze di questa città e di questa area - ha aggiunto il sindaco Barnini -. Se il volontariato non esistesse tanti legami, indispensabili per la coesione sociale, non ci sarebbero. Le istituzioni non possono arrivare in tutti i settori ad agire e a risolvere, ma grazie a realtà come l’Auser alcuni bisogni dei nostri cittadini sono soddisfatti. In particolare l’opera che viene fatta per i nostri anziani è assolutamente indispensabile. Abbiamo mille anziani nel nostro centro che vivono soli. Iniziative come il ‘Pranzo insieme’ devono essere assolutamente incentivate. Io non posso che ringraziare l’Auser e far loro i complimenti per un bilancio 2015 che ci fa davvero rendere conto cosa rappresentano e quanto siano essenziali per Empoli e per l’Empolese Valdelsa".

Un riconoscimento particolare poi è stato dato alle circa settanta donne impegnate nelle tre sartorie della solidarietà di Empoli, Gambassi Terme e Montespertoli che realizzano abiti e vestiti con stoffe di risulta delle aziende della zona. Si tratta di abbigliamento semplice che viene spedito in alcune aree del mondo come la Bosnia, alcune missioni in Africa e America Latina. Queste signore cuciono, in oltre 34.500 ore di lavoro, oltre 13.000 vestitini all’anno per bambini fino quasi ai 10 anni di età.  


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