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Cultura giovedì 10 novembre 2016 ore 16:15

Il caffè letterario con Paolo Ercolani

Un grande autore contemporaneo, scrittore del volume ‘Contro le donne’, intervistato da Laura Beconcini. Storia e critica del più antico pregiudizio



EMPOLI — C'è una storia antica quanto il mondo. Critica ma nessuno l'ha mai raccontata. Questa storia riguarda il pregiudizio contro le donne: il più grande e atavico collante della cultura occidentale. La ricostruzione di un antico preconcetto e la proposta di una nuova teoria della soggettività umana per superare le contrapposizioni.

Di questo parlerà il prossimo ‘Caffè letterario’ della biblioteca comunale Renato Fucini di Empoli, in programma domani, venerdì 11 novembre alle 18, nel cenacolo del convento degli Agostiniani, in via dei Neri 15, che in occasione della ‘Giornata mondiale contro la violenza sulle donne’, ospiterà un grande autore contemporaneo, filosofo, autore del volume ‘Contro le donne’, il suo nome è Paolo Ercolani. Sarà intervistato da Laura Beconcini.

Il suo è un grande viaggio contro il pregiudizio misogino, antico forse quanto il pensiero umano, che neppure il progresso scientifico e tecnologico è riuscito a cancellare.

Paolo Ercolani racconta la storia di questo pregiudizio dalle origini della civiltà occidentale, sottolineando come questo sia la causa della condizione subordinata che la donna ancora oggi occupa nella società. Il suo libro ci presenta, quindi, un resoconto dettagliato di come, scrittori, filosofi, intellettuali abbiano alimentato un dibattito «tutto fra uomini» — le donne sembrano assenti dalla filosofia, se non come oggetto del discorso dei filosofi maschi — «per arrivare a stabilire l’inferiorità inemendabile e irrecuperabile dell’essere femminile».

I grandi filosofi greci, i padri della Chiesa, gli illuministi, i rivoluzionari, i filosofi idealisti, persino quel campione della causa femminile che fu John Stuart Mill alimentarono il pregiudizio misogino: un’operazione culturale a senso unico che affonda le radici nella presunta «deficienza fisica» delle donne per poi esportare tale mancanza in altri campi, quelli dell’etica, della morale, dell’organizzazione politica della società.

Nonostante oggi siano stati fatti numerosi passi in avanti, la condizione della donna non si può dire essere una delle migliori. Soprattutto, come affermato dallo stesso Ercolani «spesso molti uomini non resistono alla tentazione di portare avanti il pregiudizio, magari inconsciamente e senza arrivare alla violenza, di vedere la donna come un oggetto di loro proprietà».

Il superamento del pregiudizio contro le donne insieme all’individuazione di un nuovo modello di economia politica (che torni a ridurre le disuguaglianze sociali), l’eliminazione di un fardello che grava fin dalle origini su più della metà del genere umano si presenta, secondo l’autore, come la vera sfida del XXI secolo. Non più dunque uomini e donne, superiori e inferiori, ma persone, esseri umani. Non «contro» ma insieme nella vita quotidiana, nel mondo.


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