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Attualità mercoledì 03 agosto 2016 ore 19:10

"Il carcere chiude e l'azienda agricola?"

Sulla chiusura della casa circondariale di Pozzale interviene l'associazione La Costruenda, che nei mesi scorsi vi aveva ttivato un'azienda agricola



EMPOLI — "Appena siamo venuti a conoscenza - scrivono -  dell'intenzione della direzione della Casa Circondariale di rimettere in funzione l’azienda agricola esistente all’interno, ma abbandonata da tempo, ci siamo subito dati da fare".

Molti i lavori che l'associazione si è sobbarcata. "All’inizio abbiamo ripulito tutto il perimetro dell’Istituto da rampicanti che avevano da anni invaso ogni spazio possibile, poi abbiamo riattivato la serra, il pollaio e tutte le piante di olivi e da frutta, piantando anche circa mille piante di carciofo Empolese, prodotto d’eccellenza nel nostro territorio. Il tutto sempre a fianco delle detenute che hanno lavorato con noi in ogni fase. Insieme abbiamo riportato l’ambiente a essere un giardino e un orto, e da mesi sia in serra che all’aperto si è prodotto frutta, ortaggi, uova, prodotti usufruibili da parte del personale dell’Istituto e dai soci delle associazioni presenti nell’Istituto". 

"Il pollaio con 40 galline è gestito interamente dalle detenute, impegno importante come quello che ci hanno dato per la quinta Sagra del carciofo Empolese svolta di recente, sia all’interno che fuori alla manifestazione stessa".

"Il nostro scopo è sempre stato quello di far lavorare le detenute per poterle facilitare a reinserirsi un domani nella società nel miglior modo possibile, avendo una prospettiva diversa di quella all’entrata in istituto. In tutti questi mesi abbiamo potuto constatare che sono state sempre pronte a imparare, impegnarsi e lavorare insieme a noi. Ora noi ci chiediamo: se questo istituto era una eccellenza a livello nazionale perché chiuderlo? Nei giorni scorsi abbiamo letto che vogliono riportare questa esperienza di Pozzale in altri istituti, ma non sarà mai uguale a Pozzale perché in questo carcere sono tantissime le associazioni a costo zero che si danno da fare con l'unico scopo quello di facilitare il reinserimento nella società delle detenute". 

"Noi, che come associazione che abbiamo creduto in questo progetto, investendo tempo e soldi che fine faremo? E tutti i volontari che ci hanno messo impegno e sudore? E le 40 galline dove andranno a finire? Per il momento noi continuiamo a operare seriamente come abbiamo sempre fatto, in attesa che qualcuno ci dica qualcosa del nostro futuro nell’azienda agricola".


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