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Attualità martedì 27 dicembre 2016 ore 10:49

Santo Stefano, il giorno delle bombe

Un momento della cerimonia

Era il 26 dicembre 1943. Trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna, sganciarono 210 ordigni sulla città



EMPOLI  — "L’invito è quello di raccogliere il testimone di quanti si prodigarono in prima persona per la ricostruzione e la rinascita della nostra città. Lo spirito di servizio civile e volontaristico che ha sempre animato gli empolesi deve trovare ancora oggi sede nelle nostre coscienze e deve trasformarsi in azioni concrete per chi ha bisogno: impegnarsi in politica, nel volontariato, nell’associazionismo, soprattutto a fianco dei giovani, può essere un modo per fare sì che il “dopo” di quanti tornarono dalla seconda Guerra Mondiale o di quanti ne uscirono indenni abbia senso ancora oggi".

Sono, queste, alcune delle parole usate ieri mattina dall’assessore alla cultura, con delega alla Memoria, Eleonora Caponi, durante la commemorazione delle vittime del bombardamento che colpì Empoli nella mattina del 26 dicembre 1943.

Nel ’43 la ricorrenza di Santo Stefano cadeva di domenica: trentasei aerei americani, partiti dalla base di Decimomannu in Sardegna sganciarono in totale 210 bombe su Empoli, in particolare sulla stazione e sulla ferrovia, almeno 170 ordigni caddero fuori bersaglio, principalmente nel quartiere di Cascine. Morirono in pochissimi minuti 109 persone, in alcuni casi intere famiglie.Nei giorni successivi i morti salirono a 123.

Ieri mattina il Comune di Empoli ha commemorato quelle vittime con una messa nella Collegiata di Sant’Andrea, in piazza Farinata degli Uberti, officiata dal vice parroco Francesco Vita, poi, dopo il corteo per le strade cittadine, è stata deposta una corona al monumento ai caduti del bombardamento in viale IV Novembre.

Presenti rappresentanti delle istituzioni, anche l'onorevole Dario Parrini, il presidente del consiglio comunale Roberto Bagnoli, i consiglieri comunali Alessio Mantellassi e Lorenzo Ancillotti, carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia municipale, rappresentanti delle associazioni partigiane e combattentistiche, Anpi, Aned, e poi ancora Avis, Misericordia, Associazione Nazionale Carabinieri.

In questo scenario Eleonora Caponi ha parlato alla cittadinanza davanti al monumento di viale IV Novembre, realizzato dal maestro Gino Terreni dicendo: "Ritengo giusto ricordare anche quest’anno che in questa costante opera di valorizzazione della Memoria sono stati per anni a nostro fianco i reduci, gli ex combattenti, i partigiani e anche tanti empolesi che hanno messo a disposizione dei giovani il loro tempo ed i loro ricordi scrivendo un libro della memoria che è passato da generazione in generazione e che hanno permesso che quelle “generazioni perdute”, quei bambini scomparsi sotto i bombardamenti, quei giovani soldati mai tornati a casa, i prigionieri politici e militari morti nei campi di sterminio nazista, ritornassero ad avere voce per parlarci.

La recente inaugurazione della nuova Piazza XXIV Luglio, luogo di una delle stragi di civili più gravi che il nostro territorio ha vissuto, testimonia di come la Memoria per la nostra città non sia solo legata ai ricordi ma anche ai luoghi che devono essere protetti dal passaggio del tempo, garantiti nella loro dignità per poter assolvere anch’essi ad un importante compito educativo.

I luoghi della Memoria nella nostra città sono segnalati da monumenti, lapidi, cippi, ciminiere che costituiscono un vero e proprio percorso storico che ognuno di noi è chiamato a custodire perché quel “dopo” rimanga vivo anche oggi".


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