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​Il gesto di Grasso che restituisce dignità

di - giovedì 06 novembre 2014 ore 09:48

Dopo tante parole spese in questi giorni per la vicenda di Stefano Cucchi e per l'assoluzione in appello di medici e poliziotti accusati di averne provocato la morte, finalmente è stato compiuto un gesto concreto che restituisce dignità al povero ragazzo e mette al centro la sofferenza ma anche la caparbietà nel pretendere giustizia della sua famiglia.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha incontrato i familiari di Cucchi e ha portato, finalmente, un segno concreto della vicinanza delle istituzioni nei confronti delle vere vittime di questa triste storia.

In questa occasione Grasso ha anche speso parole non formali per esprimere le proprie convinzioni. Ha chiesto infatti a chi sa di farsi avanti e parlare. Non tanto per spiegare i fatti, che purtroppo sono fin troppo chiari, Cucchi è entrato vivo e in buona salute in una struttura dello Stato e ne è uscito morto e violentemente percosso, ma per contribuire ad individuare le responsabilità personali.

Il presidente del Senato, al termine dell'incontro con i familiari, ha anche chiarito alcuni punti fermi, rispedendo al mittente alcune deliranti affermazioni del senatore Giovanardi che aveva affermato che, con questo incontro, Grasso contribuiva a portare avanti il massacro delle istituzioni

Grasso, pacatamente ma duramente, ha risposto che l'unico massacrato in questa vicenda è stato Stefano Cucchi e ha auspicato che la sua morte non sia vana. Nella speranza che l'auspicio del presidente del Senato si realizzi vanno colte con soddisfazione anche le parole del presidente del consiglio, Matteo Renzi, che ha parlato di chiara responsabilità dello Stato e definito inaccettabili le parole del sindacato di polizia Sappe che aveva affermato che Cucchi aveva pagato le conseguenze di una vita dissoluta.

Giustamente Renzi ha sottolineato il fatto di essere il capo dell'esecutivo e che quindi non spetta a lui giudicare le sentenze. Come capo dell'esecutivo, però, può e dovrebbe fare pressione sul Parlamento affinché, finalmente, si riesca ad approvare una legge che istituisca il reato di tortura

Nel marzo scorso la commissione Giustizia del Senato ha approvato a larga maggioranza una proposta di legge in tal senso che però, al momento, non ha avuto sviluppi. Il presidente del consiglio e il presidente del Senato hanno quindi la possibilità di contribuire concretamente a fare in modo che la morte di Cucchi non sia vana: portare in discussione in Aula questa proposta di legge e far fare a questo Paese un passo avanti importante nella tutela dei diritti umani fondamentali.


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