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Attualità lunedì 10 ottobre 2016 ore 11:21

La spirale appare...a Vinci

Inaugurata l'opera contemporanea firmata Mario Merz della collezione del centro Pecci che rievoca le scoperte del matematico Fibonacci



VINCI — "Con la collaborazione instaurata con il Centro Pecci, il Museo Leonardiano consolida il suo rapporto con l'arte contemporanea e auspichiamo che il percorso intrapreso insieme al museo pratese prosegua in futuro". Con queste parole il sindaco di Vinci Giuseppe Torchia ha presentato l'opera della collezione del Pecci, La spirale appare di Mario Merz, installata presso il Castello dei Conti Guidi e inaugurata lo scorso fine settimana.

L'evento vinciano costituisce il quarto appuntamento del prologo alla mostra La fine del mondo, progetto curato dal direttore Fabio Cavallucci, che sarà inaugurata il 16 ottobre in occasione della riapertura al pubblico della rinnovata istituzione culturale pratese. Il prologo, iniziato a un mese di distanza, presenta sei grandi opere raccolte nel corso di tre decenni di attività artistica e presentate a cura del conservatore del Centro, Stefano Pezzato, che sono esposte per l'occasione all'interno di alcune fra le più prestigiose sedi istituzionali della regione. Tra queste appunto il Museo Leonardiano, che fa da cornice per l'opera di Merz datata 1990.

“Nel nostro statuto - ha spiegato la presidente della Fondazione per l'arte contemporanea Pecci, Irene Sanesi - c'è la finalità di parlare tanti linguaggi, così come faceva Leonardo. Qui a Vinci siamo di fronte a una delle punte di diamante del nostro prologo, sia per l'opera esposta che per Vinci, uno dei luoghi più importanti per la storia che rappresenta. Uno dei nostri obiettivi è quello di essere più inclusivi, attrarre pubblici diversi, senza restare qualcosa di esclusivo per pochi. Qui a Vinci arrivano tanti visitatori e questo da oggi dà visibilità anche a noi”.

Come ha ricordato anche la direttrice Roberta Barsanti, il Museo Leonardiano “rappresenta, oggi ancor di più, non solo un luogo custode della memoria, ma anche luogo di proposta e di novità”.

L’immagine della spirale visualizza la serie numerica scoperta nel 1202 dal matematico Leonardo da Pisa detto Fibonacci secondo cui, procedendo da 1 all'infinito, ogni cifra è il risultato della somma delle due precedenti (1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34 …), ed è eletta da Merz a simbolo privilegiato dell’energia vitale insita nella materia e della crescita naturale.

“Gli studi di Leonardo - ha evidenziato Torchia - sono stati sicuramente condizionati dalle ricerche del Fibonacci”. 

Al Museo Leonardiano è ora possibile apprezzare una sezione di 8 metri della spirale, piccola rispetto ai 24 metri esposti a Prato, ma comunque capace di dare quel senso di infinito, determinato dallo scorrere ciclico del tempo.


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