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Attualità mercoledì 26 novembre 2014 ore 18:07

Lavoro sicuro, arrivano i primi risultati

Delle 163 ditte controllate nel territorio della Asl 11 dal 1 settembre al 14 novembre ben 79 sono risultate non in regola e 6 sono state sequestrate



EMPOLESE — Gli interventi sono stati effettuati dai tecnici della prevenzione dell'unità funzionale prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro dell'Asl 11 in collaborazione con ispettori della direzione territoriale del lavoro di Firenze e con la presenza di mediatore linguistico. In alcune situazioni è intervenuta anche l'Arma dei carabinieri e la polizia municipale.

Questi primi dati sono stati analizzati nel corso dell'incontro che si è svolto lunedì 24 novembre nei locali del centro direzionale dell’azienda sanitaria a Empoli e al quale hanno preso parte il coordinatore regionale del "Piano Straordinario Lavoro Sicuro" Renzo Berti, Gabriele Mazzoni e Giuseppe Antonio Farina del dipartimento prevenzione dell'Asl 11 e Sandro Buggiani in rappresentanza dell'Unione dei comuni del circondario Empolese Valdelsa. Alla riunione erano presenti anche molti amministratori e rappresentanti di associazioni di categoria e organizzazioni sindacali dei lavoratori: CNA, CGIL, CISL, UIL, Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Assoconciatori, nonché rappresentanti del consolato cinese e di associazioni locali.

Nell'occasione è stato presentato il cosiddetto “Patto per il lavoro sicuro”, un accordo tra istituzioni e imprese per promuovere l’emersione e la regolarizzazione delle aziende sotto il profilo relativo alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Alcuni punti fondamentali del Patto prevedono che il titolare dell’azienda sia un responsabile rintracciabile e non un prestanome, che venga individuato un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza interno o territoriale e che le associazioni di categoria patrocinino e sostengano il percorso aziendale, fornendo consulenze e supporto professionale, tramite tecnici affidabili e con prezzi equi e trasparenti.

"Entro tre anni - ha detto il coordinatore Renzo Berti - tutte le 7.700 aziende censite nell’Area vasta centro della Toscana verranno controllate. Aderire al Patto comporta l'obbligo di essere a norma e di agire concretamente per rispettare gli impegni e le regole indicate a partire da quelle relative al divieto di promiscuità tra gli ambienti di vita e quelli di lavoro, la regolarità degli impianti elettrici e il non deposito di bombole del gas in sovrannumero. L’adesione al Patto sarà un’occasione per stimolare responsabilità e trasparenza da parte di tutti i soggetti coinvolti, nell’intento non di far chiudere, ma di far produrre in modo regolare e sereno".

Nel corso della discussione sono emerse problematiche relative ai fattori di rischio e sono stati rilevati, in particolare, l'uso di sostanze chimiche, solventi dei collanti nocive per la salute delle persone, lo stato in cui spesso vengono affittati i capannoni, l'uso improprio dei locali rispetto alla destinazione d'uso prevista, falsi attestati di formazione, il fatto che queste aziende fanno spesso parte di filiere produttive, che in realtà le utilizzano per motivi di convenienza di prezzo.

"L'incontro - ha detto l'assessore Buggiani - è stato molto positivo. Ritengo che il Patto possa essere uno strumento utile all’interno del Piano per il Lavoro Sicuro, perché va nella direzione di premiare chi dimostra di volersi mettere a norma e colpisce chi non vuole regolarizzarsi. Sono contento, inoltre, che molte associazioni di categoria abbiano dato la disponibilità a fornire il loro supporto attraverso tecnici e professionisti affidabili. Il processo che sul nostro territorio è stato intrapreso da tempo penso che possa essere rafforzato da questo piano voluto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Si tratta sicuramente di un processo difficile e che richiederà ancora altro tempo, ma alla fine potrà produrre risultati concreti, se tutti gli attori coinvolti decideranno di collaborare verso obiettivi comuni".


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