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Attualità sabato 24 febbraio 2018 ore 16:30

Edifici storici, 4 milioni per recuperarli

Villa Medicea Montelupo

I finanziamenti arrivano dal Mibact e interesseranno diverse strutture dell'Empolese. Le risorse più importanti per le due ville medicee



MONTELUPO F.NO — Circa quattro milioni di euro di fondi ministeriali subito disponibili per il territorio dell’Empolese Valdelsa con l’obiettivo di restaurare e verificare il rischio sismico di importanti luoghi della cultura e della storia del nostro territorio.

Sono sei i progetti, presentati da altrettanti Comuni dell’Unione, che riceveranno fondi dal Mibact, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Si tratta del più importante piano antisismico finora finanziato sul patrimonio museale statale e una serie di azioni per la riqualificazione delle periferie urbane.

Un comitato tecnico-scientifico ha valutato le proposte presentate e ha dato il via libera a un piano di interventi, a livello nazionale sono 600 milioni, quasi 4 per l’Empolese Valdelsa.

Ecco tutti i progetti:

MONTELUPO FIORENTINO Delle risorse stanziate per il recupero del patrimonio culturale italiano, 2,4 milioni di euro per la Villa dell’Ambrogiana a Montelupo Fiorentino.
I fondi, ovviamente, non sono arrivati al comune, ma all’Agenzia del Demanio proprietaria di tutto il complesso. L’auspicio dell’amministrazione è quello che vengano utilizzati per le prime opere di messa in sicurezza e consolidamento in modo che possa essere nuovamente agibile il piano nobile della Villa e il salone del Principe.
La notizia arriva a poche settimane da un’altra scadenza importante la firma del contratto con il soggetto vincitore della redazione dello studio di fattibilità per il recupero del complesso mediceo, prevista entro la prima metà del mese di marzo.
Per la città di Montelupo sono i primi segnali concreti di come sia possibile immaginare e realizzare un futuro diverso per il luogo che per quasi 150 anni ha ospitato l’ospedale psichiatrico giudiziario.

CERRETO GUIDI Oltre 650.000 euro in arrivo per l’altra Villa Medicea del territorio, quella di Cerreto Guidi, anch’essa di proprietà del Demanio.
Le risorse che giungono dal Ministero per i Beni Culturali sono preziose per la verifica del rischio sismico e la riduzione delle vulnerabilità della Villa.
Ricordiamo chela Villa di Cerreto fu edificata nella seconda metà del ‘500 fu edificata da Cosimo I dei Medici come residenza di caccia della corte medicea. Oggi la Villa, da alcuni anni patrimonio mondiale dell’UNESCO, ospita un’importante collezione di quadri e opere d’arte proveniente dalle raccolte medicee, spaziando fino a pezzi che risalgono al Novecento. All’interno dell’edificio prende posto anche il Museo della Caccia e del Territorio, con armi che vanno dal Medioevo all’Età Moderna.

CASTELFIORENTINO Quattrocentomila euro. A tanto ammonta il finanziamento ottenuto da Castelfiorentino per il restauro e la riqualificazione del Monastero di Santa Maria della Marca, le cui origini sono indissolubilmente legate alla visita che San Francesco d’Assisi fece a Castelfiorentino nel 1210, “posandovi” addirittura – come sembra emergere da studi recenti - una delle prime pietre. Sede per secoli dell’antico ordine delle “Clarisse”, in gran parte espressione delle famiglie nobili fiorentine, il Monastero comprende anche la Chiesa di Santa Chiara (XVII sec.) e presenta un cortile interno dotato di un’ottima acustica. Per tutti questi motivi, la prospettiva di recupero del complesso monastico è stata accolta con grande soddisfazione dall’Amministrazione Comunale di Castelfiorentino e dall’Associazione “Sveliamo La Marca”, che da quasi tre anni si stanno battendo con costanza, determinazione e autentico spirito di squadra per riportarlo all’antico splendore.
Un luogo che grazie ad alcune iniziative ha dimostrato tutte le sue potenzialità, quale edificio di grande valore storico-architettonico e location prestigiosa di eventi: fra i principali ricordiamo la rassegna del “Settembre Musicale Castellano” o i numerosi cicli di incontri e conferenze culturali.

FUCECCHIO Grazie al contributo di 320 mila euro del Mibact, il Comune di Fucecchio completerà il restauro della Chiesa della Vergine, recentemente impreziosita dalla scoperta, sulla volta, di un antico affresco della Madonna.
L’amministrazione comunale, proprietaria dell’edificio, aveva già iniziato gli interventi di ristrutturazione della copertura grazie al contributo economico della Fondazione Carismi (83 mila euro) e ai fondi raccolti dalle donazioni private con l’Art Bonus (48 mila euro). 
È stato proprio durante i lavori per la sistemazione del tetto e di una capriata danneggiata che sono emersi da un controsoffitto i dipinti di pregio che hanno obbligato il Comune di Fucecchio a rivedere il programma dell’intervento e a procedere ad un’indagine stratigrafica per ricostruire tutte le fasi decorative della chiesa.
Grazie al contributo del Mibact, adesso sarà possibile completare tutti gli altri interventi necessari all’interno della chiesa come il consolidamento di alcune capriate, il recupero del controsoffitto ligneo e la ricostruzione di uno strato decorativo che andrà ad abbellire la chiesa riportando in vita il suo passato. Oltre a questo potrebbe essere possibile anche un intervento di restauro dell’attiguo chiostro del Convento della Vergine con le sue opere che rappresentano un altro elemento di grande valore del complesso religioso.

CAPRAIA E LIMITE Oltre 200.000 euro per la ex Casa del Fascio di Limite sull’Arno, di proprietà del Demanio. Gli interventi si concentreranno sulla verifica del rischio sismico, la riduzione delle vulnerabilità, il restauro, per un investimento totale di 212.300 euro.
Si tratta di una struttura chiusa dagli anni ‘80, in passato adibita anche a cinema e teatro per la cittadinanza. Le valenze architettoniche di maggior interesse si identificano sul fronte principale, caratterizzato da un linguaggio di matrice neoclassica con influenze dello stile liberty secondo una tradizione locale diffusa nei primi decenni del XX secolo. All’interno dell’edificio, si trovano due opere pittoriche, una raffigurante figure maschili del mondo agricolo e operaio, l’altra la figura femminile e materna dell’artista empolese Sineo Gemignani, risalenti al 1945 circa.

EMPOLI Sarà l’Oratorio di San Pietro in Castro a Monterappoli a beneficiare di 28.390 euro che serviranno per il restauro, la riduzione delle vulnerabilità e la verifica del rischio sismico. L’oratorio, di proprietà comunale, è uno dei simboli della frazione collinare. Un edificio che connota il borgo e che costituisce una rarità nel panorama del territorio. Le notizie sulle sue origine sono poche: faceva sicuramente parte del vicino palazzo Orlandini.
L’oratorio, rinascimentale, fu fatto restaurare da Annibale Orlandini nel 1630 e consiste in un tempietto a base esagonale completamente realizzato in laterizio, un tempo protetto dall’intonaco, e caratterizzato dalla cupola anch’essa in laterizio simile a quella di diversi edifici costruiti tra Cinque e Seicento nel contado fiorentino.


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