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Attualità giovedì 21 gennaio 2016 ore 15:00

Quando la ceramica arrivò fino in Giappone

Una mostra documenta una campagna di scavo effettuata nei dintorni di Osaka, tra questi anche un pezzo attribuibile alla produzione montelupina



MONTELUPO FIORENTINO — Il raggio di esportazione della ceramica di Montelupo nei secoli continua ad ampliarsi. In questi giorni è arrivata la conferma che un reperto rinvenuto ad Osaka è stato prodotto da una bottega di Montelupo.

Il vaso raffigurante l’albarello policromo è certamente arrivato in Giappone grazie ai commerci della Compagnia delle Indie fra la seconda metà e la fine del XVI secolo; probabilmente venne gettato nei rifiuti verso la fine del XVII secolo.

L’oggetto in questione ritrovato nel corso di una campagna di scavo raffigura il tipico decoro montelupino dell’albarello. Tuttavia nel periodo fra il 1500 e il 1600 la ceramica prodotta nella cittadina alle porte di Firenze aveva una diffusione e un’importanza tale che venne copiata da moltissimi artigiani di tutta Europa, olandesi in particolare.

Per lungo tempo quindi si è ritenuto che il vaso rinvenuto ad Osaka, unico quasi completamente integro, fosse stato realizzato in Olanda, anche in ragione dei commerci fra il Giappone e i paesi che aderivano alla compagnia delle Indie.

Una mostra e recenti sudi stilistici hanno avvalorato la tesi che si trattasse di un pezzo prodotto a Montelupo; la conferma è poi arrivata dall’analisi chimica dell’oggetto.

A Montelupo, infatti, era utilizzata una tecnica unica che prevedeva l’introduzione di grandi quantità di calcio nell’impasto al fine di esaltare il bianco dei diversi manufatti.

Le analisi hanno rilevato nel vaso un elevata presenza di calcio, confermando quindi la provenienza montelupina.

Una storia, questa, che si ripete negli anni per molti prodotti realizzati a Montelupo, spesso attribuiti ad altre manifatture o genericamente indicati come “toscani”.

Solamente con la scoperta del “pozzo dei lavatoi” nel 1975, una grande discarica usata nei secoli dai ceramisti per gettare i pezzi di scarto è stato possibile ricostruire la storia, gli stilemi e le tecniche produttive degli artigiani di Montelupo e da quel momento in poi si è compreso che pezzi esposti in numerosi musei del mondo erano stati realizzati proprio in questa piccola città alle porte di Firenze.


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