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Attualità lunedì 07 novembre 2016 ore 17:30

Valentina e Luca un anno dopo gli attentati

Valentina e Luca Bagnoli

La coppia empolese vive da qualche anno nella capitale francese. Durante gli attentati del 13 novembre 2015 erano in casa, il racconto un anno dopo



PARIGI — "Siamo a Parigi e sentiamo le sirene passare" ci avevano raccontato un anno fa Valentina e Luca Bagnoli, empolesi trasferiti in Francia da qualche anno per motivi di lavoro.

Il 13 novembre 2015, giorno degli attentati che provocarono nella capitale in totale 137 morti, Valentina e Luca fortunatamente si trovavano in casa e assistettero alla carneficina come noi in Italia, informandosi dalla tv e da internet ma avendo dalle proprie finestre un occhio sulla città e sulle folli corse di ambulanze e polizia.

Dopo il pensiero se abbandonare la Francia o restare, i due hanno scelto di rimanere, ormai radicati e con un lavoro. Una scelta non scontata tanto è vero che molti italiani hanno deciso di abbandonare la Francia dopo i fatti di Parigi e Nizza. Valentina e Luca si sono trasferita a Parigi da quasi 4 anni. 

Luca lavora all'Ircam, prestigioso centro di studi di musica contemporanea legato al centro Pompidou, è un ingénieur du son. Valentina, designer, invece lavora per uno showroom di carrelage, ovvero si occupa di vendita e progettazione di oggetti di qualità italiani.

Ma com'è vivere a Parigi nel 2016?

"Rispondere a questa domanda non è per niente semplice - ha detto Valentina - in realtà poco è cambiato nel senso che, a ridosso degli attentati c'è comunque un occhio di riguardo molto più pressante nei luoghi pubblici". Un comportamento in realtà poco sensato perché il timore che provocano questi attentati del duemila nella gente è direttamente proporzionale alla loro incalcolabilità: "Vai in un museo e ti controllano, vai al supermercato e ti controllano insomma, sei sotto osservazione sempre. Poi però passa il tempo e i controlli diventano più blandi, in alcuni luoghi spariscono addirittura, oppure c'è solo un buttafuori che ti guarda semplicemente".

A un ipotetico viaggiatore che non conosce i fatti degli ultimi anni la vita di Parigi nel 2016 potrebbe sembrare quella di una normalissima città. Ma nella realtà è diverso: "Se non ci fosse il ricordo di quello che è successo, vivere a Parigi sarebbe come vivere in un altro posto" ha concluso Valentina. 

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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