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Cultura martedì 26 maggio 2015 ore 11:20

Populonia e i suoi tesori

Nell'esposizione i capolavori etruschi portati alla luce a Baratti 112 anni fa dagli scavi del medico e appassionato di archeologia Isidoro Falchi



SAN MINIATO — Le due Idrie di Meidias, risalenti al 4 secolo avanti Cristo, sono i fiori all'occhiello della mostra allestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato a Palazzo Grifoni e che rimarrà visibile fino al 28 giugno prossimo. Due vasi per l'acqua, decorati da uno dei massimi esponenti della pittura vascolare ateniese, che solo raramente lasciano i depositi del museo archeologico di Firenze e che raccontano delle meraviglie artistiche di Populonia. Un'occasione per approfondire la figura di Isidoro Falchi, il medico appassionato di archeologia che 112 anni fa portò alla luce i capolavori etruschi di Populonia, come il corredo funebre che accompagna le Idrie. 

A fare da cornice ai capolavori raccolti da Populonia, una serie di tele realizzate da Rodolfo Meli, che nel corso di una visita nella capitale etrusca è rimasto affascinato dalla sua tradizione artistica, che risente dell'influenza greca. Oltre a rendere omaggio alla figura di Isidoro Falchi, la mostra punta a rinsaldare il legame esistente tra il territorio e la tradizione etrusca, soprattutto nei più giovani che nelle prossime settimane la visiteranno con la scuola.

Il significato dell’iniziativa è l’esposizione dei materiali relativi alle ricerche effettuate alla fine dell’800 nella tenuta di S.Cerbone a Baratti da Isidoro Falchi, parte integrante della cospicua mole di reperti populoniesi attribuiti al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, sui quali è in corso una approfondita campagna di ricerca scientifica e documentazione che vede coinvolti da molti anni ormai, oltre la Soprintendenza Archeologia della Toscana, numerosi istituti universitari.

La mostra allestita presso Palazzo Grifoni presenta dunque un corredo di eccezionale ricchezza ed unico nel suo genere, con ceramiche attiche e bronzi etruschi: la tomba delle Idrie di Meidias. Gli splendidi vasi di produzione ateniese della fine del V sec. a.C., sono costituiti da una coppia di idrie, contenitori per acqua, tipici dei corredi funerari femminili, utilizzati per i rituali di purificazione che precedono le nozze. Su di essi sono dipinti due miti greci: la storia del vecchio pescatore Faone, che la dea Afrodite trasformò in un bellissimo giovane, e quella della dea Afrodite e del giovane Adone.

A questi vasi si associano una brocchetta da vino a vernice nera, sempre di produzione ateniese, ed una serie di materiali realizzati in bronzo di produzione locale costituiti da oggetti utilizzati per la toilette femminile, vasellame da mensa, arredi e strumenti da fuoco che per la elaborata fattura e le raffinate decorazioni documentano la straordinaria capacità dei metallurghi etruschi. A corredo dell'esposizione documenti di archivio di Isidoro Falchi, con un orecchino d’oro da lui rinvenuto e riprodotto in un accurato disegno proprio in questi scritti.


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