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Attualità lunedì 25 gennaio 2016 ore 17:15

Una bambina rom a Bergen-Belsen

Spettacolo teatrale in occasione della Giornata della Memoria. Gli appuntamenti, due dei quali riservati alle scuole, promossi dal Comune



VINCI — In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio, va in scena lo spettacolo teatrale “Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen”, a cura della compagnia LaValigiaBlu, per la regia di Katia Frese e le musiche di Alice Ulivi.

Appuntamento il 26 (alle 21, ingresso gratuito) e il 27 gennaio (alle 9 e alle 11, riservato alle scuole) al Teatro di Vinci, in via Pierino da Vinci, 35.

Iniziativa promossa dall’assessorato alla Pubblica istruzione del Comune.

Il 15 aprile del 1945 fu il giorno in cui il filo spinato del campo di Bergen-Belsen è stato sfondato da un carro armato guidato da un soldato inglese. C’era il sole durante la liberazione di tutte queste anime? Si avvertiva anche laggiù, nel lager, la primavera? E cos’altro si avvertiva? Ce l'ha raccontato una delle poche sopravvissute al genocidio degli zingari, Ceija Stojka (che quel carro armato lo ha visto con i suoi atterriti occhi di undicenne), nel libro "Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen", edito da Giuntina nel 2007. 

La compagnia LaValigiaBlu ha tradotto i ricordi, le sensazioni e le riflessioni dell'undicenne ragazzina rom in uno spettacolo coinvolgente con una voce recitante e le musiche dal vivo. Trasferita da Auschwitz a Bergen-Belsen, la bambina rom Ceija visse per quattro mesi assieme a sua madre e altri parenti in condizioni indescrivibili, tra montagne di cadaveri in cui intrufolarsi per non sentire freddo, cibandosi di stracci e lacci di scarpe, quando la sorte era buona, altrimenti di terra che, se scavavi, aveva un sapore migliore. Racconta tutto questo con semplicità, priva di quell’odio feroce che ci si aspetterebbe da una vittima di tali atrocità. E ci dice che potrebbe succedere ancora. Come hanno potuto, tanti uomini, mettersi così ciecamente nelle mani di un solo uomo? Ceija Stoijka, poetessa, scrittrice, musicista, pittrice, ha passato il resto della vita, naturalmente da donna libera, nella città di Vienna, lasciandoci testimonianze importanti del suo vissuto ma soprattutto della sua grande umanità, che traspare fin dalle sue testimonianze di adolescente. Vivere, vivere a ogni costo: è questo che ci fa trovare la forza per andare avanti?

Scrive Ceija nel suo libro: “Là dentro si verifica in primo luogo un crac. Poi nella testa e nel corpo, cancelli tutte le possibilità, ogni brama e desiderio. Mangi solo quello che trovi. Ecco che c’era un pezzo di tessuto. L’ho masticato fino a quando non è diventato come una balla di paglia e quindi l’ho ingoiato. Un essere umano è davvero molto tenace”. E ancora: “Se ti trovi in pericolo non avrai mai paura per te, avrai paura per il tuo bambino o per tua madre che è insieme a te. Questo ci ha dato la forza di resistere”.

A fine spettacolo ci sarà l’occasione per lo scambio di riflessioni e impressioni insieme ai rappresentanti dell’ANED Sezione di Empoli (Associazione Nazionale ex-deportati).


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