Cultura

Bruno Santi a 'I luoghi della città'

Lo storico dell'arte racconterà la Maddalena penitente di Neri di Bicci nel corso dell'incontro di sabato 21 Febbraio alle 17,30 al Cenacolo degli Agostiniani

Un nuovo appuntamento, dunque,con il ciclo di conferenze ‘I luoghi della città. Incontri per la conoscenza del patrimonio di Empoli’.

Un’iniziativa che al momento può senz'altro raccontare un bilanco positivo; un pubblico attento ed appassionato ha esaurito i posti disponibili nel Cenacolo degli Agostiniani nel corso degli incontri precedenti, dimostrando di apprezzare le scelte fatte dai curatori sia in merito alle tematiche proposte che agli specialisti di volta in volta intervenuti.

Il prossimo sabato, alle 17.30, l’incontro con Bruno Santi arricchirà ulteriormente l’antologia di presenze. Storico dell’arte, accademico ordinario delle Arti del Disegno di Firenze e dell’Accademia degl’Intronati e dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena, è particolarmente legato a Empoli non solo per aver diretto dal 2004 al 2008 la Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici delle province di Firenze, Pistoia e Prato ma anche perché, come soprintendente dell'Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze, è stato responsabile del restauro di molte opere conservate nel territorio empolese.

Indiscusso specialista del pittore fiorentino Neri di Bicci, di cui ha pubblicato ‘Le Ricordanze’, dedicherà il suo intervento alla scultura policromata, raffigurante la Santa Maria Maddalena in preghiera, conservata nel Museo della Collegiata, La Maddalena penitente di Don Romualdo di Candeli.

La statua consente la ricostruzione dell’attività artistica di un monaco intagliatore le cui notizie si desumono proprio dalle Ricordanze. In questa sorta di diario di bottega Neri di Bicci ricorda Don Romulado, abate di Candeli, frazione del Comune di Bagno a Ripoli, che con lui collaborò assiduamente soprattutto nella realizzazione di Crocifissi lignei, affidati poi a Neri perché li dipingesse.

La scultura empolese, che nella policromatura rivela senza dubbio la mano del pittore, reca la data 1455 ed è il primo caso documentato di collaborazione tra i due artisti. Nel corso della conferenza verranno presentati anche altri lavori del monaco camaldolese su cui è intervenuto il pittore fiorentino permettendo così la creazione di un nucleo di manufatti, che fino a non molto tempo fa non conoscevano convincenti collocazioni attributive.

Il prossimo appuntamento sarà il 21 marzo, e non il 28 come a suo tempo programmato, con la conferenza di Riccardo Spinelli.