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Campagna lavoro sicuro, i dati di Confartigianato

Il 68% delle imprese cinesi dell'empolese non rispetta le norme per la sicurezza sul lavoro. Checchi: "Una Caporetto per il sistema di legalità"

I dati riportati dal di Confartigianato son il frutto della campagna di controlli mirati sulle aziende cinesi, che si sono svolti anche nel resto della provincia di Firenze e in quella di Prato, che ha portato ad una verifica di 7.700 imprese.

Nonostante l'apprezzamento per lo sforzo che enti e istituzioni stanno producendo per contrastare l'insediamento di sistemi illegali di produzione, Confartigianato ha sottolineato come sia necessario unire le forze per non dare più alibi all'illegalità. A preoccupare la confederazione è soprattutto l'elevato numero di aziende cinesi che, al momento dei controlli, sono risultate chiuse, vanificando così molte delle energie spese per garantire la sicurezza lavorativa e la regolarità fiscale.

La Campagna lavoro sicuro, infatti, come ha spiegato il responsabile dell'Ufficio sicurezza sul lavoro di Confartigianato, prevede la possibilità, per gli imprenditori che vogliono mettersi in regola, di evitare l'ispezione iniziale a patto di adeguarsi alle normative in tempi molto stretti. Evidentemente il continuo proliferare di aziende gestite da cittadini cinesi, che aprono la loro attività e la cessano poi in tempi brevissimi, rende difficilmente operativi questi strumenti e questi vantaggi.