Cultura

Quando il metallo diventa arte

Per tutta la durata del Festival InCanti e Banchi palazzo Sabatini ospita le opere in rete metallica di Daniela Capaccioli

Sembrano fantasmi, presenze quasi impercettibili. Sono le “memorie” di Daniela Capaccioli, sculture in rete metallica di grande effetto scenografico, che si potranno ammirare al palazzo Sabatini a partire da venerdì 19 maggio in occasione di In/Canti e Banchi.


La mostra, che trae ispirazione dallo spopolamento dei borghi in Italia negli anni ’60, si sofferma sui movimenti migratori più recenti che hanno interessato popoli di tutto il mondo, in seguito a guerre e cataclismi. Grazie all’effetto della trasparenza, le sculture intendono raffigurare qualcosa che è realmente esistito, stimolando lo sguardo dello spettatore a guardare oltre il reale, il presente.

“Attraverso di esse – osserva Daniela Capaccioli – cerco di provare a catturare l’invisibile, l’impalpabile.. .a dargli forma, colore, apparenza e vederlo trasformarsi, apparire, sparire. A plasmare insomma il vuoto che ci circonda”.

L’artista, che vanta un’esperienza di studio e di lavoro in scenografia (avendo collaborato come assistente in alcuni teatri italiani) ha vissuto il primo approccio con la scultura attraverso l’argilla, frequentando maestri francesi come Eugene N’Sonde, Sebastien Nobile, Thierry Fouquet e Annick Guillon. Poi, grazie alla sua insegnante (Beatrice Koster), ha scoperto la rete metallica, materiale meno malleabile ma dalle potenzialità scenografiche incomparabilmente superiori.

“La rete metallica permette di creare scenari e personaggi che possono essere inseriti in un ambiente reale e che grazie alla loro trasparenza restano discreti e invisibili a prima vista”.