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Celiachia, nuovi strumenti per la diagnosi

A gennaio partirà la sperimentazione clinica di un progetto che intende dimostrare che si può diagnosticare la celiachia con una piccola biopsia

La sperimentazione è cofinanziata dal Ministero della Salute e dalla Regione Toscana ed è promossa dal dottor Emiliano Antiga, dermatologo dell'Università di Firenze. Insieme alla gastroenterologia di Empoli, parteciperà al progetto anche quella di Careggi.

Quello che si andrà a sperimentare è un progetto che, se dimostrato, come lasciano sperare i dati preliminari di laboratorio, potrebbe rivoluzionare il percorso diagnostico del paziente con sospetta intolleranza al glutine. 

Nella Asl11 il numero dei celiaci che hanno usufruito dei dietoterapeutici è passato dai 168 di fine 2001 agli 826 di fine 2013. Proprio in virtù di questo progressivo aumento dei pazienti, dal 2008 l'azienda ha avviato un percorso diagnostico assistenziale per la celiachia, che coinvolge vari professionisti dei presidi ospedalieri.

Al paziente con diagnosi di celiachia viene rilasciato il certificato regionale di celiachia che dà diritto all'esenzione per le prestazioni sanitarie specifiche e al ritiro, presso la farmaceutica territoriale, delle autorizzazioni mensili alla spesa di alimenti privi di glutine. Al momento della diagnosi viene, inoltre, offerta la possibilità di accedere gratuitamente al percorso di educazione all'alimentazione senza glutine e, a seconda dell'età, alle unità operative di gastroenterologia o pediatria per il follow up clinico ambulatoriale.

Nel follow-up ambulatoriale del soggetto celiaco adulto viene valutata la corretta aderenza alla dieta senza glutine, il recupero clinico e nutrizionale e vengono ricercate eventuali patologie associate in particolare immunomediate e osteo-metaboliche.