Attualità

Corso di italiano come "scambio di saperi"

L'idea del corso è nata, come strumento per partecipare attivamente alla vita sociale del paese, in occasione di un incontro sulle tecniche di ricamo

Le lezioni, che si svolgeranno a Empoli e Castelfiorentino in orario sia pomeridiano che serale, sono organizzate dall'Agenzia per lo Sviluppo con il sostegno dell'Unione dei Comuni del Circondario empolese valdelsa.

A Castelfiorentino il corso si svolgerà presso la sede dell'Asev, in piazza delle Fiascaie, il lunedì e il giovedì dalle 21 alle 23 e il martedì e il giovedì dalle 14 alle 16. L'iscrizione ai corsi, che si concluderanno entro Natale, è sempre aperta e l'iscrizione è gratuita.

“L’organizzazione di questi corsi – hanno sottolineato gli assessori Alessandro Tafi e Marco Cappellini – è scaturita attraverso una serie di incontri che abbiamo avuto con l’Associazione Multietnica, e dalla volontà da parte di quest’ultima di essere più presente nella vita sociale di Castelfiorentino. Da qui la richiesta di favorire l’apprendimento della lingua italiana a beneficio soprattutto delle donne, una ventina delle quali avevano già partecipato ad un progetto con l’Auser di Castelfiorentino. Un‘esperienza significativa di scambio di conoscenze sul lavoro femminile che ha alimentato il desiderio di un legame più stretto e la voglia di apprendere la lingua italiana, presupposto per una partecipazione più attiva delle donne, e dell’associazione stessa, alle dinamiche relazionali con i cittadini di Castelfiorentino.”

“Unitamente alla mediatrice linguistica e al servizio di interpretariato sociale, attivo da anni presso l’URP di Castelfiorentino, e che anche in questo frangente ha svolto un ruolo cruciale nel raccogliere queste istanze, i corsi di lingua italiana - hanno aggiunto gli assessori - rappresentano da sempre un elemento centrale delle politiche di integrazione, ma riteniamo che in questo caso saranno ancora più efficaci, grazie alla novità rappresentata dalla maggiore presenza femminile. Un segnale importante, che peraltro smentisce un luogo comune: quello che vede le donne straniere, specie di certe nazionalità, relegate ai margini della vita familiare e sociale della comunità”.