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"Su vendita Carismi non sono stato coinvolto"

Deluso Gabbanini, socio di diritto della Fondazione: "Sono sindaco e per 35 anni sono stato dipendente della banca". Giglioli: "C'è preoccupazione"

Vittorio Gabbanini

La politica locale è preoccupata e delusa per il silenzio dei vertici della banca intorno alla vendita di Carismi. Abbiamo sentito l'opinione del sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini e del segretario del Pd Simone Giglioli.

La Cassa di risparmio di San Miniato potrebbe essere venduta nei prossimi giorni a Pve Capital. Il fondo inglese garantirebbe un aumento di capitale da 140 milioni di euro. Il limite fissato dalla Banca d'Italia per una decisione è il 15 ottobre.

Il primo cittadino, socio di diritto della Fondazione, ha esordito con le stesse parole del sindacalista Fiaschi (intervistato due giorni fa) e di Giglioli: "Non so molto di più di quello che si legge sui giornali". Il silenzio intorno a una trattativa sicuramente delicata si è trasformato in apprensione: "Sono preoccupato - ha detto Gabbanini - per le sorti del territorio, per le oltre seicento persone che lavorano in banca, per il rischio dei cento esuberi". Il sindaco sa che è in pericolo il tessuto economico del territorio: "A seconda di come andranno le cose perderemo tanto".

Gabbanini ha poi annunciato che, insieme agli altri soci della Fondazione, è stato convocato per un'assemblea in programma martedì 18 ottobre alle 18. "Sulla lettera che mi è arrivata c'è scritto all'ordine del giorno 'comunicazioni'. Penso che in quella data ne sapremo di più sulla trattativa". Quel che è certo è che il sindaco è amareggiato: "Con una punta di rammarico dico che da sindaco e da dipendente per 35 anni della banca pensavo di essere un po' più coinvolto in queste trattative". 

Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario del Partito democratico di San Miniato Simone Giglioli: "Non conosciamo la situazione a fondo. Il nostro interesse primario è che nonostante la vendita Carismi rimanga sul territorio. Siamo preoccupati per tre aspetti: il legame della banca col territorio, il rischio per i livelli occupazionali e per la tutela del credito. Temiamo che la Fondazione passi dal 60 al 30 per cento. I nostri appelli purtroppo sono solo dei desiderata".