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I 100 anni del Ciampi, testimone della memoria

Storico vigile urbano, è portavoce della memoria nelle scuole perché è stato testimone di una storia drammatica per la sua famiglia e tutta la città

Ferdinando Ciampi

Ferdinando Ciampi oggi, venerdì 9 Aprile, festeggia cento anni di vita insieme a sua moglie Graziella, nel quartiere di Santa Maria ad Empoli. Empolese di ‘razza’, santamarianese classe 1921, di Pratovecchio, è stato ‘vigile urbano’, e negli ultimi anni portavoce della memoria nelle scuole empolesi, perché testimone di una storia drammatica che colpì la sua vita, la sua famiglia e tutta la città.

L'amministrazione comunale e il sindaco di Empoli Brenda Barnini partecipano a questo giorno così speciale a distanza ma l’omaggio floreale e la pergamena del Comune di Empoli sono arrivati ugualmente a casa Ciampi. Il sindaco invia gli auguri di tutta la giunta e dell’amministrazione e i ringraziamenti per il suo impegno legato alla memoria.

Ferdinando è sposato con Graziella, novantasettenne, dal 6 Dicembre 1947. Settantaquattro anni di grande amore. Graziella è stata una confezionista e cuciva in casa come facevano all’epoca. Ferdinando a Settembre scorso ha avuto una brutta caduta che gli ha comportato la frattura del femore, dopo quel brutto episodio ha bisogno di essere aiutato. La longeva coppia ha avuto due figlie, Dunia e Daniela. Hanno due nipoti, Pablo tifoso da sempre dell’Empoli, e Deborah. Sono anche i bisnonni di Saverio, Petra e Cristina.

Nell’eccidio del 24 Luglio 1944, in Piazza della Frutta prima, Piazza Ferrucci poi, successivamente e tristemente rinominata Piazza XXIV Luglio, tra quei 29 empolesi che furono barbaramente trucidati dai nazisti, Ferdinando, perse il padre Giuseppe e tre zii: Pietro, Dario e Virgilio.

Quei fatti li ricorda ancora bene Ferdinando: i suoi soli 23 anni, gli spari, le corse affannose per scappare, gli avvertimenti delle donne per far mettere in salvo gli uomini. Il nascondersi. Gli sfollati. La solitudine di rimanere al riparo nei campi per evitare i rastrellamenti in atto. I carri armati. Qualcuno dei vicini di casa sparò prima sui nemici, uccidendone alcuni; colui che si salvò raccontò quanto accaduto al comando che si trovava al Terrafino. In quel momento a casa di Ferdinando c’era un austriaco, un soldato sfollato che comunicò che la sua famiglia era estranea a quell’agguato. Invece il 24 luglio, nel pomeriggio, le forze naziste circondarono il casolare puntando armi pesanti sui prigionieri tra cui suo padre e gli zii. Li radunarono, li portarono in ‘piazza della frutta’ e li fucilarono senza pietà. Il giorno successivo all’assassinio, le donne tra cui anche la madre di Ferdinando andarono a riprendere quei corpi dilanianti.

‘I’ Ciampi’, come lo chiamano, gli amici di quartiere, è stato intervistato molte volte; nominato nelle pagine di storia e della memoria della Empoli di ieri e di oggi; ha portato la sua testimonianza nelle scuole, tra i giovani per non dimenticare e soprattutto per far conoscere quei ‘fattacci’; ha parlato nel Consiglio comunale aperto alla cittadinanza in occasione delle celebrazioni del 75° anniversario della Liberazione della Città di Empoli, il 5 Settembre 2019, agli Agostiniani, insieme ai compianti Rolando Fontanelli, che ci ha lasciati lo scorso agosto 2020 e al Cavalier Dario Del Sordo, detto ‘Fischio’, scomparso nell’Ottobre 2019.