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Il nazista che salvò gli ebrei, la pace in guerra

Uno scrittore empolese racconta la storia di Georg Ferdinand Duckwitz, iscritto dalla prima ora al partito nazista e nominato Giusto tra le nazioni

Da nazista della prima ora a Giusto tra le nazioni, è la storia di Georg Ferdinand Duckwitz raccontata da Andrea Vitello, scrittore empolese che fin da giovanissimo si è appassionato alla mutevole natura umana che ha cambiato il corso della storia.

Andrea Vitello ha 30 anni ed è laureato in Filosofia e scienze storiche all’Università di Firenze. Con "Il nazista che salvò gli ebrei” edito dalla casa editrice Le Lettere di Firenze, affronta una storia che pochi conoscono ma molto significativa.

"Ma perché non ho trovato Georg Ferdinand Duckwitz sui libri di storia?" è questo che ha esclamato Andrea durante una conferenza tenuta dall'ex senatore Claudio Fava e dedicata alla memoria di Peppino Impastato.

"E' accaduto per caso - racconta Andrea a QUInews - mentre preparavo la mia tesi triennale su Hanna Arendt ho scoperto come la Danimarca avesse difeso gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ho iniziato a fare ricerche, spronato dall'amico Moni Ovadia che mi avrebbe poi regalato la sua prefazione che arricchisce oggi il mio libro".

Duckwitz nel 1943 era all’ambasciata tedesca di Copenaghen dove rappresentava il Reich ma si ritrovò a salvare circa 7mila ebrei altrimenti destinati ad essere deportati.

Le ricerche "Non è stato facile trovare materiale - spiega Andrea - si è trattato per lo più di testi in lingua inglese attraverso i quali ho preparato la mia tesi sugli ebrei danesi scoprendo anche alcune leggende ad esempio nel ruolo della famiglia reale. In ogni caso si è trattato di una storia virtuosa, gli ebrei furono protetti e salvati grazie ad una crisi di coscienza che portò a sabotare l'operazione di rastrellamento. Una risposta a chi ritiene che in certi casi non si possano ascoltare le leggi morali che sono invece al di sopra dei governi perché rispondono allo spirito critico"

Duckwitz "Fu lui ad informare dei piani di deportazione e gli ebrei furono trasferiti in Svezia. Il bene si affermava sul male - sottolinea Andrea - attraverso una reazione alla gerarchia del comando. Si tratta dell’unico caso in assoluto di un diplomatico nazista che si oppose al nazismo. Avrebbe poi ricevuto il titolo di “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem. Tutto il mondo conosce Oskar Schindler ma lui era un imprenditore, non un iscritto con ruoli di potere".

Fu un esempio in un contesto di pacifica reazione "La Danimarca si oppose e non ci fu mai un ghetto ebraico a Copenaghen. Circa 2.000 poliziotti furono deportati per essersi rifiutati di rastrellare gli ebrei. Si può agire in maniera diversa e proprio oggi è ancora più importante raccontare queste storie. Occorre avviare trattative di pace anziché imbracciare le armi, altrimenti qualcuno inevitabilmente morirà, anche chi non vuole fare la guerra. Alla fine la Danimarca si lascia occupare ma la sua solidarietà riesce a limitare i morti. La resistenza non violenta danese è oggi una storia che merita di essere raccontata".