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La crisi Covid ha fatto a pezzi l'artigianato

Le attività contano i danni della crisi dovuta alla pandemia. Cali del fatturato fino al 50 per cento, penalizzati il settore moda e arredo

L’artigianato dell’Empolese Valdelsa subisce i colpi di coda dell’emergenza sanitaria e "diverse sono le vittime lasciate sul campo" secondo la Confartigianato.

Nel 2020, dati della Camera di Commercio, soltanto ad Empoli sono state 353 le aziende che hanno chiuso i battenti, contro le 294 nate. 

Confartigianato ha evidenziato le difficoltà che stanno affrontando i settori della moda e abbigliamento, pelletteria, calzaturiero e complementi di arredo "Qui in molti hanno sforato con le loro perdite la soglia del 50%. Meglio altri settori, prevedibili, come la pulizia e la sanificazione".

Il presidente dell’ area Empolese Valdelsa, Marco Costoli ha commentato “Il settore dell’artigianato ha nel territorio dell’empolese valdelsa una lunga esperienza e la sua qualità è riconosciuta in Italia e soprattutto all’estero questo ci salverà e sarà il valore aggiunto che ci guiderà nella ripresa. Molti artigiani lavorano con l’estero e l’anno scorso hanno subito il blocco dei collegamenti, adesso stiamo riprendendo ma è necessario essere pronti e soprattutto vaccinati”.

“Ringrazio le Amministrazioni del territorio per la vicinanza che dimostrano alle aziende, contribuendo, per quanto nelle loro disponibilità, alla riduzione di imposte, quali la Tari e la Tosap. I sostegni del Governo sono stati fino ad ora insufficienti e non riusciranno mai a coprire le perdite sostenute dalle aziende. Finalmente è stata recepita una delle richieste fatte da mesi da Confartigianato, cioè parametrare gli aiuti al calo del fatturato e non più in base ai codici Ateco". 

L’artigianato locale aspetta i turisti stranieri "E' necessaria una campagna vaccinale più veloce, garantire efficacia e chiarezza sui passaporti vaccinali. Dobbiamo riprendere i contatti con i grandi paesi, come Russia, Stati Uniti, Cina e Emirati Arabi. Dobbiamo riprendere le nostre fiere in presenza. Tanti paesi, anche nostri competitors, sembrano essere pronti, mentre noi non lo siamo. Rischiamo di essere superati da altri che hanno la popolazione già ampiamente immunizzata. Sarebbe un danno enorme” ha concluso il presidente.