Cronaca

Caso Usciana, responsabilità confermate in appello

Per gli sversamenti del 2015 la Corte d'appello di Firenze ha ridotto le pene e confermato la confisca di beni per 1,1 milioni al Consorzio Conciatori

Nel 2015 si verificarono gravi fenomeni di inquinamento del canale Usciana, ripetutisi nel tempo. La Procura della Repubblica di Firenze accertò, tramite gli organi tecnici pubblici preposti, che ciò era stato dovuto agli sversamenti, nel corso d’acqua, di liquidi reflui delle lavorazioni conciarie non trattati, o trattati con risultati ben inferiori ai parametri di legge, presentati come raggiunti, da parte del Consorzio Conciatori di Fucecchio.

Due i responsabili del Consorzio finiti a giudizio, nei confronti dei quali la Corte d’appello di Firenze, Sezione Terza Penale, ha in questi giorni confermato l’accertamento di responsabilità per i reati a loro attribuiti, pur riducendo le pene a 2 anni e a 2 anni e due mesi.

Il giudizio di secondo grado, inoltre, ha confermato la confisca di beni del Consorzio, fino a concorrenza di 1.155.192,93 euro e le condanne risarcitorie in favore del Ministero dell’Ambiente, del Comune di Fucecchio, di Italia Nostra e di Legambiente, costituitisi parte civile.

"Si trattò di fatti deliberati - hanno commentato da Italia Nostra Medio Valdarno -, mediante i quali il soggetto tenuto alla depurazione conseguì vantaggi patrimoniali molteplici".

"Italia Nostra continuerà ad operare per la tutela del nostro territorio e la sua promozione - hanno aggiunto -, rispetto alle quali quanto accaduto andava nella direzione diametralmente opposta".