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"In città il primo inceneritore della zona?"

La domanda arriva da Sinistra Ecologia Libertà Empolese Valdelsa: "Saranno utilizzati ben quattro forni per la “bruciatura” e “fusione” dei rifiuti"

I forni, secondo quanto scrive Sel utilizzeranno alcuni procedimenti di carattere chimico-fisico a valle. 

"Contestualmente è prevista la richiesta di autorizzazione per il trattamento di moltissime tipologie di rifiuti speciali (oltre 150 cod. CER), pericolosi e non, derivanti dai più disparati processi industriali. Perciò affermiamo che questo impianto proposto da Colorobbia potrebbe essere il primo inceneritore di rifiuti nell’empolese valdelsa".

Per Sel poi c'è dell'altro: "Dalla relazione tecnica presentata, infatti, non è ben chiaro quali siano le capacità massime dell’impianto, ma viene fornito solo un “valore stimato” per il trattamento termico (circa 750 ton/anno), che, sebbene siano di un ordine di grandezza inferiore rispetto ad altri in progettazione in provincia di Firenze, è pur sempre rilevante: in base a questi volumi di lavorazione sono state fatte alcune stime relative all’inquinamento prodotto dall’impianto stesso, che, secondo il proponente, sarebbero accettabili". 

"Peccato che da alcuni calcoli è stato possibile desumere una capacità massima del progetto, che risulterebbe ben maggiore di quella stimata, da cui di conseguenza, è presumibile aspettarsi un inquinamento potenziale più rilevante per condizioni di massimo esercizio". 

"Inoltre, anche gli aspetti ambientali che sono stati considerati, non sono sufficientemente esaustivi e rassicuranti (ad esempio, è stata considerata la possibile produzione di diossine, ma non la loro dispersione e deposizione al suolo; non è previsto nel progetto un impianto per il trattamento dei reflui liquidi e delle acque meteoriche contaminate; ecc)".

Per questi motivi Sel ha deciso di collaborare con il nascente comitato per la Tutela Salute e Ambiente Montelupo per presentare alcune richieste di chiarimento e osservazioni.