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Opg, se ne va l'ultimo paziente

A breve la Villa Medicea dell'Ambrogiana cesserà definitivamente l'attività di ospedale psichiatrico giudiziario. Ora inizia la valorizzazione

L'ex Opg di Montelupo

La prossima settimana si concluderà una vicenda avviata nel 1886; con il trasferimento dell’ultimo detenuto la Villa Medicea dell’Ambrogiana cesserà definitivamente di essere un ospedale psichiatrico giudiziario.

Franco Corleone, il commissario unico del Governo per le procedure necessarie al definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, ha già incontrato la commissione consiliare speciale “Villa Medicea”, per illustrare la situazione attuale e quanto accadrà nel breve periodo. Il primo aspetto importante è relativo alla rassicurazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sul fatto che la struttura non ospiterà un carcere.

"La certezza che la Villa Medicea non diventi sede di una struttura carceraria è per noi sicuramente positiva - ha commentato il sindaco Paolo Masetti -. Certo è che a noi preme anche il futuro di coloro che lavoravano nell’ospedale psichiatrico e che si sono trasferiti in zona, costruendo, di fatto, la loro vita intorno a questa realtà. Faccio mie le parole di Franco Corleone nel chiedere pubblicamente al DAP con il quale ho già affrontato la questione, affinché vengano tutelati i dipendenti della struttura, che hanno lavorato in questi decenni con grande competenza e professionalità di cui si deve necessariamente tenere conto".

Da ora in poi inizia la delicata fase di valorizzazione della struttura Medicea. La prossima settimana si riunirà il gruppo che deve definire le linee guida della progettazione futura, coordinato dal comune e di cui fanno parte il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la Regione Toscana, il Demanio. "Mi piacerebbe riuscire a prospettare soluzioni concrete su cui poi avviare anche un processo partecipativo - ha detto Masetti -. Certo è che ci vuole una forte comunione d’intenti e la consapevolezza che tutti e non solo il comune ci mettiamo la faccia: è in gioco un bene culturale unico, un patrimonio dell’umanità".