Attualità

Villa Medicea, ancora attese

In consiglio comunale si è affrontato l'argomento, ma per il sindaco Masetti non ci sono ancora le condizioni per rifletter sul futuro dell'edificio

Il consiglio comunale di venerdì scorso è tornato a parlare della Villa Medicea, su sollecitazione dell’opposizione.

Lo stato dei fatti è questo: è stato firmato un protocollo d’intesa fra Demanio, dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Regione Toscana e Comune.

Nel protocollo d’intesa si definisce la costituzione di un gruppo di lavoro composto da rappresentati del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Ministero della Giustizia), della Regione Toscana, dell’agenzia del Demanio e del comune di Montelupo Fiorentino, che avrà anche la funzione di coordinamento.

Prima che il gruppo di lavoro possa iniziare a lavorare è però necessario che la Villa Medicea sia liberata e i pazienti siano trasferiti.

"Sono decenni che si parla di un ritorno “civile” della Villa Medicea - ha commentato il sindaco Paolo Masetti -. Ora ciò che sembrava un’ipotesi impossibile sta per diventare realtà; siamo in una delle fasi più delicate dell’intero processo e come tale deve essere gestita in maniera accorta. È necessario rispettare passaggi e tempi ed è totalmente inutile tentare forzature e passi in avanti. Oggi la struttura ospita ancora dei detenuti ed è di proprietà del Demanio. Ci sarà il tempo per confrontarsi sul futuro del complesso con la cittadinanza, io per primo avevo ipotizzato un percorso partecipativo. Al momento però è prematuro: rischiamo di parlare del nulla, senza avere elementi concreti sui cui fondare la riflessione. Quante risorse sono necessarie per il solo recupero? Chi gestirà la struttura, quali enti? Pensiamo ad un mix di funzioni? Come è possibile assicurare una sostenibilità economica? Sono tutte questioni - ha concluso il sindaco - da affrontare prima di cominciare a sognare un futuro per la Villa. Il 2017 sarà sicuramente un anno importante in cui molti aspetti potranno essere chiariti e potremo riappropriarci di un bene che è un’opportunità per il territorio, ma per il cui recupero sono necessarie risorse economiche tali che non possono essere sostenute da un comune".