Attualità

"Siamo soli, ma proseguiamo la nostra lotta"

A due anni dall'inizio del presidio i lavoratori della Shelbox denunciano l'inerzia della politica e degli imprenditori e rivolgono l'ennesimo appello

"L'unico attore di questa vicenda che non si è dimenticato dei lavoratori è il sindacato", ha iniziato così il segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, Daniele Calosi, durante l'incontro con la stampa per fare il punto della situazione sulla vertenza Shelbox, a due anni dall'inizio del presidio. Due anni di fatica, di delusioni e di false speranze, come quella alimentata dall'imprenditore Di Lauro, che qualche mese fa sembrava sul punto di rilevare l'azienda e che poi ha fatto marcia indietro lasciando per l'ennesima volta nell'incertezza i 110 lavoratori dell'azienda.

Due anni alla fine dei quali,ha denunciato il sindacato, le persone sono state lasciate sole anche dalla politica che tornerà ad occuparsi della vicenda, si è detto sicuro Calosi, solo in occasione delle prossime campagne elettorali.

"Le abbiamo provate tutte - ha detto ancora Calosi - siamo arrivati addirittura ad avere un incontro con Papa Francesco, un incontro per il quale ringraziamo la Curia fiorentina per l'impegno e la sollecitudine. Ma purtroppo la vicenda della Shelbox - ha proseguito il segretario della Fiom - è lo specchio dell'Italia di oggi, contrassegnata dall'assenza di una classe politica e imprenditoriale efficace e seria."

L'incontro di oggi, per la Cgil e per i lavoratori ha avuto l'obiettivo di rimettere questa vertenza al centro dell'attenzione e di chiedere ufficialmente un incontro al sindaco della Città Metropolitana, Dario Nardella, per ottenere da lui un sostegno concreto nella ricerca di un imprenditore che possa rilevare l'azienda. Un'azienda, è stato sottolineato con forza, che è fallita per l'irresponsabilità del gruppo dirigente che l'ha gestita e che solo grazie al presidio che è andato avanti ininterrottamente per due anni potrebbe riprendere la propria attività in poco tempo.

"Questi due anni di presidio rappresentano un compleanno amaro - ha detto Massimo Simoncini, della RSU di Shelbox - ma continuiamo a lottare, nella convinzione che il futuro della nostra azienda non sia meno importante di quello della Lucchini o delle acciaierie di Terni.

Parole di stima e di apprezzamento, infine, sono state rivolte nei confronti del curatore fallimentare, che ha gestito la situazione non solo con l'attenzione sacrosanta agli aspetti legali della vicenda ma anche con la cura e la vicinanza nei confronti delle persone coinvolte in questa vertenza.

Il presidio dunque proseguirà fino a quando il curatore stesso consentirà ai lavoratori di portarlo avanti, nella speranza che la proposta buona arrivi prima dell'indizione dell'asta sull'immobile, che, mettendolo in vendita a prezzo di mercato, renderà ancora più difficile l'acquisto e allontanerà a tempo indeterminato una soluzione positiva della vicenda.