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Inchiesta Keu, la Regione di costituirà parte civile

Approvata la mozione presentata dalla 5Stelle Galletti. Monni: "Dobbiamo fare di tutto perchè a pagare sia chi ha inquinato e non i cittadini toscani"

Una manifestazione dei cittadini per chiedere chiarezza sulla vicenda Keu - foto di repertorio

La Regione Toscana si costituirà parte civile nell'eventuale processo che scaturirà dall'inchiesta sullo smaltimento illecito del keu, un rifiuto speciale che si produce dall'attività delle concerie (vedi qui sotto gli articoli collegati). La conferma è arrivata dall'approvazione in Consiglio regionale con 26 voti a favore e nessun contrario di una mozione presentata dalla consigliera 5 Stelle Irene Galletti. La mozione impegna la Giunta regionale a riferire in Consiglio “sull’effettiva costituzione di parte civile a suo tempo annunciata, illustrando come intende rivalersi sui responsabili per i costi e le conseguenze dirette e indirette che gli sversamenti di Keu hanno avuto e avranno sui cittadini toscani, sulla loro salute, nonché sul territorio, ambiente ed economia”.

L'assessora regionale all'ambiente Monia Monni ha consegnato ai consiglieri in elenco dettagliato degli interventi messi in atto dalla Regione fino a questo momento nella vicenda Keu in risposta a un’interrogazione in merito del consigliere Francesco Gazzetti (Pd). 

L'assessora Monni, rispondendo in aula, ha sottolineato come “le bonifiche non sono interventi né facili veloci da fare, è inutile prendere in giro i cittadini, le procedure e le istruttorie sono complicate”. 

“Servono realismo e pragmatismo - ha detto l'assessora - e la Regione ha provato ad aggredire da subito i soggetti responsabili delle contaminazioni, perché sono loro che devono pagare e non i cittadini”.

Monni ha ribadito che la Regione è in attesa da un anno del decreto del governo nazionale per la nomina della struttura commissariale esterna che attuerà le bonifiche.   Monni ha ricordato anche che, dopo che nel 2021 è scoppiato il caso Keu, la Regione si è attivata subito per gli adeguati controlli e per tutelare la salute e l’ambiente, attuando monitoraggi sui pozzi adiacenti, campagne di controllo, creando task force dedicate, fornendo supporto alle amministrazioni comunali, facendo partire uno studio per capire il comportamento del Keu nel tempo. 

“Dobbiamo fare di tutto perché a pagare sia chi ha inquinato e non i cittadini toscani - ha detto l'assessora - la pubblica amministrazione può intervenire solo di fronte all’inerzia di chi deve effettuare i ripristini, e ricordando che la Regione ha già stanziato fondi a cui se ne aggiungeranno altri in sede di prossima variazione di bilancio".

Quanto alla possibilità dell’esistenza di ulteriori siti contaminati da Keu, Monni ha dichiarato che “la Regione da tempo, con Arpat e con l’autorità giudiziaria, sta conducendo ricognizioni”.

“Faccio un appello a tutte le forze politiche - ha concluso - perché sollecitino una rapida risposta governativa”.