Cronaca

Vello d'oro, tutti gli arrestati in Toscana

Nell'inchiesta contro la 'ndrangheta sono state sequestrate dodici società e arrestate quattordici persone, fra cui sei imprenditori toscani

L'inchiesta della procura distrettuale antimafia Vello d'oro che ha portato a smantellare un'organizzazione criminale composta da affiliati alla 'ndrangheta calabrese e da aziende toscane definite dagli inquirenti "colluse" è iniziata nel 2014, dopo la denuncia presentata da un imprenditore finito nella rete dei prestiti di denaro sporco a tassi usurari compensati da un vorticoso giro di false fatture (vedi qui sotto gli articoli collegati).

A seguito del blitz condotto dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di dodici società in Italia e all'estero, si trovano adesso in carcere Antonio Scimone, 43 anni, Giuseppe Nirta, 42 anni, Giuseppe Pulitanò, 30 anni, Ferdinando Rondò, 44 anni, Francesco Saverio Marando, 40 anni, tutti originari di Bianco, in provincia di Reggio Calabria. In carcere anche Cosma Damiano Stellitano, 53 anni, originario di Reggio Calabria ma residenti a Vinci, nell'empolese, Antonio Barbaro, 45 anni, originario di Platì ma residente a Cosenza, e Andrea Iavazzo, 65 anni, residente a Pistoia. 

Arresto in carcere per gli imprenditori Giovanni Lovisi, 54 anni, Lina Filomena Lovisi, 33, e Maurizio Sabatini, 58, tutti di Santa Croce sull''Arno. 

Arresti domiciliari per gli imprenditori Alessandro Bertelli, 46 anni, di San Miniato ma residente a Fucecchio, Filippo Bertelli, 48 anni, residente a Empoli, e Marco lami, 59 anni, residente a Santa Croce sull''Arno.

Secondo gli inquirenti, era Antonio Scimone a rivestire un ruolo centrale nell'organizzazione criminale. Il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo lo ha indicato come l'ideatore dell'intero sistema, definendolo un "riciclatore professionista al servizio non di una singola cosca ma della criminalità organizzata della provincia reggina".