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Attualità martedì 10 marzo 2015 ore 17:20

500 studenti all'iniziativa sul terrorismo

Grande successo al Cinema La Perla per la conferenza "Terrorismo: delirio dell’utopia”, promossa da Silp Cgil, Avviso Pubblico e Comune



EMPOLI — L'incontro, organizzato in occasione del quarantesimo anniversario dell'uccisione dei poliziotti Leonardo Falco e Giovanni Ceravolo per mano del terrorista Mario Tuti, era rivolto principalmente agli studenti degli istituti superiori dell’Empolese-Valdelsa e ha visto la partecipazione di alcune classi del liceo ‘Il Pontormo’ e degli istituti Fermi-Da Vinci, Ferraris-Brunelleschi, Calasanzio, Santissima Annunziata, Enriques di Castelfiorentino. E’ stata l’occasione di un momento formativo anche per decine di agenti di polizia di stato.

Alla mattinata, insieme all'assessore Eleonora Caponi, al presidente del Consiglio Comunale Roberto Bagnoli e ai consiglieri comunali Filippo Torrigiani e Alessandro Borgherini, hanno partecipato il sostituto procuratore generale della Procura generale di Firenze, Alessandro Crini, la ricercatrice e professoressa di Storia dell'Italia repubblicana al Dipartimento di Storia Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell'Università degli Studi di Firenze Monica Galfrè e il criminologo e docente di Criminologia del terrorismo all'Università degli Studi di Firenze Marco Boschi.

Grazie alle domande di Danilo di Stefano, sostituto commissario della Polizia di Stato, membro della Segreteria Silp CGIL di Empoli, è iniziato un lungo viaggio storico, sociologico, culturale negli anni che vanno dal 1969 al 1984, fino ad arrivare ai fatti terroristici degli anni ’90 e 2000, con accenni anche a ciò che sta accadendo in Medio Oriente con l’Isis.

Un viaggio che ha avuto una dolorosa tappa anche a Empoli che nel 1974, come ha ricordato l'assessore Caponi, venne sconvolta da un evento inaspettato e terribile che creò paura e sgomento. 

Nel suo intervento, la professoressa Galfré ha spiegato come la violenza di quegli anni abbia spiegazioni politiche, culturali, sociali ed economiche. "Il fenomeno armato degli anni ’70 – ha detto – coincide con la fine dell’età dell’oro, dopo che in Italia negli anni ’60 ci fu il boom economico. Nel ‘73 la crisi petrolifera ruppe il quadro politico, in contesto bloccato, col PCI più forte di tutto Europa in Italia a cui si precludeva il governo del Paese per motivi internazionali. Nel 69 la strage di piazza Fontana ebbe origine da una strategia legata alla ‘guerra fredda’. Il terrorismo nasceva attorno a città con una conflittualità sociale forte anche nelle fabbriche come Genova, Torino e Milano. Il salto di qualità ci fu nel 74’, quando dalla violenza di destra che colpiva il collettivo, si passa alla violenza di sinistra. Lo scandalo del Watergate mette in difficoltà gli Usa che vedono finire la loro egemonia, crollano le esperienze fasciste nel Mediterraneo e c’è l’ultima strage ‘nera’ in piazza della Loggia. Si arriva al primo importante rapimento, quello di Mario Sossi. Il terrorismo inizia a cercare dei personaggi per colpire un sistema. Nel ‘76 le elezioni politiche vedono la sconfitta dell’estrema sinistra e la recrudescenza della violenza di sinistra. Dal ‘77 all’82 si contano il 90% dei fatti di terrorismo, nel 78’ abbiamo il rapimento di Moro che è il vero e proprio inizio delle Brigate Rosse, poi fra ‘82 e ‘84 il fenomeno si esaurirà. Le BR non saranno più seguite, ma comunque si creeranno oltre 100 sigle vicine, simili o facenti riferimento al terrorismo di sinistra."

"In una parte giovanile della popolazione, fra i 25 e i 30 anni il terrorismo attecchì. - ha sottolineato il professor Marco Boschi - C’era l’idea che la lotta armata fosse uno dei pochissimi modi, se non l’unico modo per cambiare le cose. Per quello di destra c’era la paura che il Paese avesse una deriva a sinistra, dall’altra parte aleggiava il timore di un nuovo tentativo di un regime di destra, quindi c’era l’esigenza che il proletariato si facesse sentire."


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