Attualità domenica 22 novembre 2015 ore 07:30
Il Castello di Oliveto progettato da Brunelleschi

È la tesi sostenuta dal prof. Massimo Ricci (già docente dell’Università di Firenze) ed esperto del Forum Unesco “University and Heritage” di Valencia
CASTELFIORENTINO — Un’opera di ingegneria militare, con dispositivi architettonici molto raffinati e innovativi per l’epoca.
Un Castello il cui sistema difensivo avrebbe potuto resistere anche alle prime bombarde rudimentali, che dalla fine del ‘300 avevano fatto la loro comparsa.
Un luogo, insomma, che per le sue caratteristiche – esaminate in
ogni dettaglio attraverso una ricerca condotta da uno dei maggiori
studiosi al mondo del personaggio, complesso ed enigmatico – porta
la “firma” inequivocabile di un Genio del Rinascimento: Filippo
Brunelleschi, il famoso architetto della Cupola del Duomo di
Firenze.
E’ questa la tesi sostenuta dal Prof. Massimo Ricci (già docente
dell’Università di Firenze, esperto del Forum UNESCO “University and
Heritage” di Valencia e di fatto uno dei maggiori studiosi al Mondo
della Cupola del Brunelleschi) che ha effettuato una visita guidata al Castello di
Oliveto, per rivelare, una dopo l’altra, le “prove” che dimostrano
in modo inconfutabile la paternità architettonica brunelleschiana,
la quale sarà oggetto di una pubblicazione sulla rivista “Pegaso”
(numero in uscita a dicembre).
Una visita a tappe, che ha avuto quale punto di partenza quasi obbligato le Torri del Castello, edificate con rapidità ancor prima della cinta muraria, in modo da poter essere subito impiegate quale bastione di difesa. Torri in mattoni, anziché in pietra, e “sagomati per realizzare le mensole dei beccatelli”, “un espediente murario” molto raffinato degno della maestria del Brunelleschi. Ma vi è di più. Perché qui l’architetto della Cupola supera sé stesso, quantomeno sul piano militare. Ne è dimostrazione il “percorso di guardia interno”, che a differenza di quelli adottati finora (aggettanti all’esterno) è una soluzione che cerca appunto di dare una risposta alla minaccia rappresentata dall’avvento della polvere da sparo, già presente nell’impiego delle prime “bombarde” verso la fine del '300.
Questa innovazione pone il Brunelleschi – è la tesi
del Prof. Ricci – fra i primi esperti che guidarono l'architettura
militare nel suo passaggio dalla "difesa piombata" medioevale alle
tecniche costruttive derivate dall'uso della polvere da sparo e dei
cannoni che acquistano la necessaria affidabilità verso la fine del
'400.
La visita guidata è poi proseguita all’interno del Castello, dove
sono stati accertati numerosi elementi architettonici e decorativi
di sicura “matrice brunelleschiana”. In primo luogo i “Portali”,
presenti nelle due soluzioni del “portale classico concluso con arco
di mezzo acuto” e quello “architravato con architrave inginocchiata
finito a fascia”, la cui derivazione è anche fin troppo scontata. Le
volte con i "peducci" la cui presenza e caratteri stilistici si
ritrovano nel caso più conosciuto dell’Ospedale degli Innocenti. Il
pozzo, nel quale “la rispondenza con l’Arte del Maestro è così forte
da superare ogni più severa dubbiosità”. Ancora, di interesse
storico più generico, le Camere, dove hanno soggiornano personaggi
del calibro di Lorenzo Il Magnifico e due Papi.
Ma la ciliegina sulla torta, che il prof. Ricci non casualmente riserva a conclusione della sua ricerca, è il Ballatoio.
“Siamo
davanti – osserva Ricci - a un dispositivo anomalo che non potrebbe
stare in equilibrio statico”, ma che pure è rimasto in piedi per più
di seicento anni. E’ la prova definitiva, che non consente appello.
“Qui c’è la sua testimonianza migliore, la sua firma: è nella sfida
lanciata alla forza di gravità, che ritroviamo anche nella Cupola
del Duomo, che vedo la sicura mano del Brunelleschi”.
Un Genio del Rinascimento, dal carattere schivo e riservato, ma che forse - proprio per questo - “amava sorprendere il prossimo”: con la sua architettura e i suoi segreti.
Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella è intervenuto sulla scoperta.
“La notizia dell’attribuzione del Castello di Oliveto a Brunelleschi è sicuramente un fatto molto importante dal punto di vista storico e culturale per tutta l’area fiorentina”, scrive Nardella, che è anche presidente della Città Metropolitana di Firenze, nella lettera che ha voluto inviare al sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, e al Prof. Massimo Ricci.
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