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Attualità martedì 03 febbraio 2015 ore 11:44

Convenzione fra Siae e Confartigianato

L'accordo ridurrà il contributo richiesto alle aziende per la tutela dei diritti d'autore, ritenuto "un po' troppo estensivo e costoso"



EMPOLESE — Per spiegare l'importanza delle cifre richieste, il direttore Daniela Checchi ha fatto l'esempio di un piccolo laboratorio artigianale, con un solo dipendente e non aperto al pubblico, che si trova a pagare 265,20 euro in un anno perchè dotato di centralino, televisore, pc e radio.

La convenzione sottoscritta consentirà ai soci di Confartigianato di abbattere i costi Siae del 25% sull'intero importo dovuto, a prescindere dal numero di apparecchi posseduti, del 10% per i cosiddetti "trattenimenti musicali senza ballo" e addirittura del 40% per gli apparecchi installati sugli automezzi pubblici.

I contributi per i diritti Siae, che scadranno il prossimo 28 Febbraio, sono dovuti da ogni impresa che diffonde musica e video coperti da diritto d'autore, ivi comprese le "attese telefoniche in musica" dei centralini. In tutti questi casi si va da un minimo di 21,10 euro per la diffusione di trasmissioni radiofoniche in un ambiente di lavoro non aperto al pubblico nel quale lavorino fino a 25 persone, ad un massimo di 1.321,80 euro per l'installazione di un televisore in un esercizio commerciale con superficie superiore a 5000 mq.

Per il conteggio dell'importo da pagare è anche necessario distinguere le situazioni nelle quali si possiedono più apparecchi dello stesso tipo da quelle nelle quali si dispone di apparecchi di tipo diverso. Nel primo caso il compenso è dovuto per intero per il 1° apparecchio, con una riduzione del 10% per il 2° e del 20% per i successivi. Nella seconda ipotesi devono essere invece corrisposti tanti abbonamenti quanti sono i tipi di apparecchio.

Per ogni altoparlante e/o monitor aggiuntivi, infine, Siae richiede un versamento del 10% del compenso base relativo all'apparecchio utilizzato.

Elevate le sanzioni previste per chi evade il pagamento: si va da un minimo di 2.500 euro ad un massimo di 15.000 euro di multa.


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