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Attualità mercoledì 04 novembre 2015 ore 18:00

Quale futuro per Ventignano?

Un intervento del presidente dell'associazione Fiori di Vetro, che raccoglie famiglie e genitori con figlie e figli con problemi di autismo



EMPOLI — Ci sembra giusto intervenire nel dibattito che si è aperto di fronte al progetto di creare un centro per disabili che risponda alle tante problematiche presenti sul territorio di Empoli e dell’Empolese Valdelsa. Lo facciamo adesso dopo aver letto alcune opinioni che rispettiamo, ma che non ci trovano in concordanza".

Così il dottor Alessandro Artini, presidente dell'associazione "Fiori di vetro" raccoglie famiglie e genitori con figlie e figli con problemi di autismo. E che sa davvero cosa significa vivere, crescere e stare accanto a una persona con questo tipo di affezione.

"Ci sembra giusto dire la nostra anche perché della nostra associazione fa parte anche la famiglia Artini, promotrice del progetto e donatrice di quello che dovrebbe essere il terreno in cui il centro sarà costruito. Una struttura che vada ad ospitare vari tipi di problematiche, per rispondere a ognuna di queste in modo serio, efficace e razionale - aggiunge -. Gli studi che negli ultimi anni sono stati condotti sull’autismo hanno portato ad una diagnosi sempre più precoce. Ad oggi però i soggetti autistici adulti nel nostro territorio non hanno risposte specifiche per i loro bisogni e necessità, ma solamente risposte aspecifiche e quindi prive delle caratteristiche necessarie per risolvere in modo efficace le numerose e complesse problematiche legate a tale handicap. In altre parole oggi gli adulti autistici non hanno nessuna risposta adeguata alla loro condizione, ed è per questo che è stata pensata la realizzazione di un centro per persone autistiche per completare un’offerta di servizi oggi insufficiente".

"Infatti nell’Empolese come struttura specifica è presente soltanto la Casa di Ventignano, un centro semiresidenziale per una fascia di età da 8 a 25 anni, che prevede anche una possibilità lavorativa di inserimento dai 16 anni. Ventignano e la sua serra rappresentano una risorsa importante per tutti, ma non è la soluzione per i soggetti di età adulta affetti da tale disabilità. Dopo Ventignano cosa accade? Chi accompagnerà questi ragazzi nel loro cammino di vita? Specialmente quando i loro genitori non saranno più in grado di farsene carico? A queste domande attualmente le strutture esistenti non offrono una risposta specifica ed adeguata. Risposta che invece fornirà la struttura oggetto di tante polemiche. Tale struttura, che noi auspichiamo, non va quindi contro nessuno, non toglie spazio a nessuno, ma anzi si integra nei centri che già ci sono"

"L’autismo è una disabilità particolare, con gravità differenti, e non tutti sono in grado di portare avanti e ultimare il percorso lavorativo; tutti quegli adulti che non hanno la possibilità di questo inserimento devono poter avere una valida alternativa. Noi ci vogliamo preoccupare soprattutto di coloro che non ce la fanno e che tra l’altro risultano essere i più deboli e i più bisognosi di protezione, assistenza e aiuto, anche in considerazione del passare del tempo e dell’invecchiamento loro e dei loro genitori".

L’associazione Fiori di vetro ha chiesto a gran voce di far fronte a questa mancanza: chiediamo una adeguata assistenza ed un progetto che comprenda la residenzialità degli adulti autistici. Pensiamo ad una struttura che abbia al centro la dignità della loro vita, comprendendo anche attività ludico motorie, sportive, esperienze laboratoriali ecc… Il tutto in un ambiente moderno, protetto e assistito. La scelta di realizzare un centro specializzato per persone autistiche dovrà rispondere a questa necessità, soprattutto nella misura in cui la si va a realizzare ‘ex novo’ e quindi in un edificio progettato e realizzato specificatamente per l’autismo, anziché strutture adattate e tante volte inadeguate come quelle esistenti. Intendiamo un centro che abbia in dotazione sistemi di innovazione e di efficienza energetica. Una struttura quindi che possa essere fruibile in maniera ottimale dai disabili, dalle loro famiglie, dagli operatori e gestita con la stessa cura e qualità del servizio che da anni fanno di questo territorio un punto di eccellenza Un progetto che la l'Asl ha promosso continua a sostenere, condividendone evidentemente la filosofia e le finalità".

"Se vendere una bellissima villa, adibita con fatica e molte inadeguatezze, significa aprire la strada a un progetto di più ampio respiro, che guardi al futuro e al bene dei ragazzi e delle loro famiglie, ben venga da parte del Comune la cessione di una struttura a cui tutti siamo affezionati ma che rappresenta il passato. Negli interventi che abbiamo letto in questi giorni vediamo troppa politica e poca attenzione alle situazioni reali che vivono ogni giorno le famiglie. Noi vogliamo solamente offrire un futuro dignitoso ai nostri ragazzi speciali e dare una speranza alle loro famiglie, che ormai non hanno più voce tante sono le volte che hanno chiesto aiuto. Noi auspichiamo che si arrivi finalmente alla realizzazione di atti concreti e che il tempo di rinvii, delle polemiche gratuite e degli estenuanti confronti sia ormai finito".


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