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Attualità giovedì 03 novembre 2016 ore 16:43

Si inaugura il portone restaurato

Sabato la cerimonia di consegna alla città dell'antico portone di Palazzo Pretorio, restaurato e riportato agli antichi splendori



EMPOLI — Stanno ormai terminando i lavori di restauro dell’antico portone di Palazzo Pretorio, in piazza Farinata degli Uberti.

In questi giorni gli operatori stanno compiendo gli ultimi ritocchi al manufatto che fu donato nel 1497 dal podestà Matteo Chierichini, come ricorda un’iscrizione incisa e che corre lungo il coronamento dei due battenti.

Il portone in legno aveva bisogno da tempo di un intervento di recupero per riportarlo al decoro di un tempo.

L’operazione si è potuta realizzare grazie al prezioso contributo della Elmas di Empoli che ha deciso, per festeggiare i propri 40 anni di attività, di fare questo dono a tutta la città.

Sabato 5 novembre, alle 12, è in programma la cerimonia di inaugurazione per celebrare l’opera di restauro alla quale sarà presente il sindaco Brenda Barnini e il titolare dell’azienda empolese Stefano Mancini.

 Il Palazzo del Podestà o Pretorio, sede dell’autorità comunale e poi anche dell’amministrazione di giustizia (il podestà appunto), fu costruito a più riprese a partire dall’inizio del XIV secolo. 

L’ampliamento dell’edificio comportò sia l’aggiunta di nuove stanze destinati ai vari uffici, sia di locali a piano terra, alcuni dei quali adibiti a prigione. In quella circostanza vi fu costruita anche una cappella, dedicata a San Tommaso, della quale si è perduta ogni traccia. In epoca imprecisata furono tolti e distrutti anche gli stemmi che tradizionalmente ornano ogni palazzo podestarile. 

Attualmente l’edificio reca i pesanti segni di trasformazioni novecentesche; poche le testimonianze dell’antico palazzo, come l’elegante ghiera trecentesca, in cotto, che corre sopra il portone di ingresso su piazza Farinata degli Uberti. Sulla cantonata del palazzo, nel 1518, venne collocato il tabernacolo con la cosiddetta Madonna degli Ebrei, una robbiana ora conservata nel Museo della Collegiata, che venne lì spostata tra il 1890 e il 1894.


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