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Attualità venerdì 16 gennaio 2015 ore 13:43

Paolo Masetti ad Auschwitz con gli studenti

Il sindaco di Montelupo Fiorentino, delegato alla "memoria" per l'Unione dei Comuni, parteciperà al Treno della Memoria promosso dalla Regione Toscana



MONTELUPO FIORENTINO — L'appuntamento è per lunedì 19 Gennaio al binario 16 della stazione di Santa Maria Novella, da dove oltre 500 ragazzi toscani, assieme ai loro insegnanti e a rappresentanti delle istituzioni, partiranno alla volta di Auschwitz.

Il viaggio, momento conclusivo di un percorso di formazione che coinvolge insegnanti e studenti, è organizzato per la nona volta dalla Regione Toscana in collaborazione con il Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, con tutte le Province della Toscana, il Comune di Firenze e l'Ufficio scolastico della Toscana.

Il programma prevede la visita ai campi di Birkenau ed Auschwitz, dove si svolgeranno alcune cerimonie e incontri con esperti e studiosi della Shoa, con le associazioni dei deportati ed internati, antifascisti, partigiani, rappresentanti delle comunità Rom e Sinti e delle associazioni gay e lesbiche.

L’obiettivo è quello di offrire ai ragazzi una maggiore conoscenza sulle persecuzioni che colpirono gli oppositori politici al regime fascista, gli “zingari”, gli internati militari e gli omosessuali, nonché l’approfondimento dei fatti legati alla lotta per la liberazione nazionale.

"Sono emozionato. - ha commentato Paolo Masetti - Questa è la prima uscita ufficiale come sindaco delegato per l’Unione al tema della memoria e ne sento tutta la responsabilità.

La deportazione nei campi di sterminio ha colpito duramente l’Italia e anche il nostro territorio; ricordare quegli eventi, accaduti ormai più di 60 anni fa non è retorica, ma è dovere civile.

Significa ricordare - ha proseguito - le persone che hanno perso la vita ad Auschwitz o in luoghi simili, coloro che hanno fatto ritorno, ma la cui esistenza è mutata per sempre, ma vuol dire soprattutto indagare le ragioni profonde che hanno condotto a questa tragedia, troppo superficialmente declassata a “momento di follia collettiva”.

La deportazione è frutto dell’odio razziale e questo rappresenta solo la cima di una montagna costruita nel tempo con diffidenza, rabbia nei confronti del diverso, calunnie, presunzione di superiorità.

Certi fenomeni si combattono solamente con la conoscenza e la cultura: con l’educazione.

Il “treno della memoria”, - ha concluso il sindaco - così come le tante altre iniziative che saranno promosse in occasione del 27 gennaio, ha un valore altamente educativo, tanto più perché si rivolgono ai nostri ragazzi con il tentativo di far comprendere loro che può esistere un modo di relazionarsi diverso dalla mera sopraffazione dell’altro."


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