Attualità martedì 24 novembre 2015 ore 16:45
Spettacolo popolare, l'esempio di Certaldo
Il sindaco Cucini e il direttore artistico di Mercantia Gigli sono stati ospiti a Roma al convegno su Festival e Artisti di strada
CERTALDO — Era presente anche Certaldo, con l'esempio della sua Mercantia, al convegno sui festival e gli artisti di strada organizzato oggi a Roma dall'Associazione generale italiana dello spettacolo con l’obiettivo di riflettere sullo spettacolo popolare italiano, sui suoi ultimi tre lustri di attività, sulle sue prospettive per l’Italia del domani.
L'incontro, intitolato “Hellzapoppin 2015”, è stato aperto di dirigenti e rappresentanti di Agis, Anci, Ministero dei Beni Artistici e Culturali e Giacomo Cucini in quanto sindaco di Certaldo, comune italiano che con Mercantia rappresenta un esempio di come il teatro di strada possa diventare evento di livello nazionale ed internazionale. Oltre al sindaco Cucini, sono intervenuti anche Alessandro Gigli nella veste di direttore artistico di Mercantia e Alberto Masoni organizzatore di spettacoli per Mercantia, nella veste di direttore dell’Abc Festival di Campiglia Marittima.
“Il Governo nell'ultima normativa sullo spettacolo del 2014 ha fatto un ottimo lavoro, introducendo in questo ambito concetti come progettualità e sistema – ha detto il sindaco Giacomo Cucini – ed evidenziando il ruolo della cultura come motore di sviluppo. I fondi del FUS in questo settore sono passati così da soli 100mila euro, che erano destinati a pochi grandi Festival, a quasi 1 milione di euro, suddivisi però tra Festival, compagnie di circo, compagnie di teatro di strada e Festival multidisciplinari. Si è finalmente considerato maggiormente queste esperienze e incentivato la qualità, la produzione innovativa, la diffusione all'estero e la rilevanza nazionale; si è inoltre incentivato i giovani finanziando anche le compagnie. Un buon inizio che nel futuro deve vedere la semplificazione della modulistica per accedere ai finanziamenti e fare attenzione alla ripartizione delle somme fra settori culturali e alle commissioni di valutazione. I 200 festival italiani non solo hanno un'alta qualità culturale, ma creano un indotto economico notevole, sono linfa vitale per molte attività economiche. Anche questo aspetto non può essere trascurato nelle ripartizioni economiche”.
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