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Attualità domenica 19 novembre 2023 ore 10:00

Clima pazzo, addio a 1 vasetto di miele su 2

La Toscana colpita come altre zone d'Italia da un crollo della produzione. Duro colpo ai pastori delle api anche dall'impennata dei costi



TOSCANA — Le bizze del clima sconvolgono la vita delle persone e i cicli della natura con caldo anomalo, alluvioni e nubifragi che hanno dimezzato la produzione di miele italiano rispetto allo scorso anno con crolli anche più consistenti per alcune varietà come l’acacia, la sulla e gli agrumi.  E’ quanto emerge dalle prime stime di Coldiretti per il raccolto del 2023 che rischia di essere attorno ai 15 milioni di chili, fra i più poveri del decennio schiacciato dagli eventi estremi frutto della progressiva tropicalizzazione del clima.

Le perdite di produzione negli alveari sono distribuite a macchia di leopardo da nord a sud, dal Veneto alla Puglia, dalla Lombardia alla Calabria, dalla Toscana all’Abruzzo e hanno riguardato in particolare le raccolte di primavera che – spiega ancora Coldiretti – rappresentano la parte più importante e consistente del miele nazionale. A partire dalla seconda metà di Giugno, si è osservata una ripresa delle produzioni con buoni risultati su alcune fioriture.

Ma oltre al clima i “pastori delle api” hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi: dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio, fino alla necessità di nutrire le famiglie di api per salvarle dalla morte per fame a causa del crollo della produzione di miele e di polline.

Il ruolo delle api, peraltro, va ben oltre la produzione di miele con tre colture alimentari su quattro (75%) dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra cui le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni. In media una singola ape visita in genere circa 7mila fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele. La situazione delle api nostrane – continua la Coldiretti — rappresenta dunque un indicatore dello stato di salute dell’ambiente ma anche un campanello d’allarme delle eventuali criticità e difficoltà, che possono essere anticipate osservando attentamente la vita di questo insetto.


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