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Attualità mercoledì 10 agosto 2016 ore 17:45

"Referendum, i sindaci devono essere super partes"

Interviene il M5S dopo la presa di posizione da parte dei sindaci dell'Empolese Valdelsa in favore del si al referendum costituzionale



EMPOLI — "Questa posizione - scrivono in una nota - manifestata proprio in qualità di primo cittadino, non fa altro che dimostrare una dubbia interpretazione del ruolo super partes che un sindaco dovrebbe tenere in rispetto a tutti i cittadini ed una scarsa sensibilità istituzionale".

"Scarsa sensibilità che, del resto, pervade un po' tutto lo schema delle riforme dove a suon di slogan "banali" in realtà si tenta fondamentalmente di accentrare il potere decisionale in pochissime mani, prevalentemente nelle due del presidente del consiglio. Emblematico, da questo punto di vista, il fatto che sia andato a riformare la costituzione proprio un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale e che quindi non rappresenta la vera ripartizione politica degli italiani, per non parlare del fatto che è anche il Parlamento con il record di parlamentari che hanno fatto il cambio di casacca in corsa".

"La mancanza di coerenza di questi nuovi costituenti emerge anche quando si cerca di vendere questa riforma come necessaria per tagliare i costi della politica: pochi giorni fa alla Camera la richiesta del Movimento 5 Stelle di dimezzare gli stipendi parlamentari è stata respinta da tutti gli altri partiti, PD in testa. Risparmio sul senato sì, ed alla Camera no? La "pasticciata" riforma del senato, infatti, porterà risparmi modici e comunque non quantificabili visto che nessuno ad oggi è in grado di prevederne il funzionamento. I consiglieri regionali e soprattutto i sindaci che entreranno a far parte del senato probabilmente non saranno più in grado di svolgere la funzione principale per la quale sono stati eletti".

"Infatti, il "bicameralismo" non viene assolutamente abolito, resteranno ancora molte materie su cui sarà necessario il doppio passaggio Montecitorio-Palazzo Madama e comunque il senato (con 1/3 dei senatori) potrà richiamare a se qualsiasi legge approvata dalla Camera. La sbandierata velocizzazione delle leggi poi è un vero specchietto per le allodole: il problema dei tempi è legato esclusivamente alla volontà dei parlamentari e non al meccanismo, non si spiegherebbe altrimenti perché ci sono leggi approvate in 40 giorni e altre in 400. Il nostro Parlamento produce talvolta "troppe" leggi, molte contraddittorie tra loro. La priorità per gli italiani sono leggi fatte bene, non leggi veloci".


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