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Attualità lunedì 01 gennaio 2018 ore 10:20

Verso il restauro della sala Tassinari

La sala Tassinari

Gli scaffali in legno devono essere sistemati per poi avviare a primavera l'opera di consolidamento dell'edificio della biblioteca Fucini



EMPOLI — Saranno restaurati gli scaffali in legno della Sala Tassinari, la sala più preziosa della Biblioteca Comunale Renato Fucini. Si tratta di mobilio d’epoca che ha ricevuto la tutela e il vincolo da parte della Soprintendenza e che è considerato di interesse culturale.

I lavori di recupero sono necessari per consentire poi, nella prossima primavera, l’inizio della grande opera di consolidamento e restauro di tutta la biblioteca comunale il cui appalto pubblico è in fase di aggiudicazione.

Per l’affidamento dell’opera legata alla Sala Tassinari sarà selezionata, fra le offerte che perverranno alla piattaforma Start (Sistema Telematico Acquisti Regione Toscana), la ditta specializzata: la base di gara è di 134.000 euro.

LA STORIA - Anton Giuseppe Tassinari (Firenze 1802 - Poggio Ubertini 1883) avvocato, uomo erudito che operò come deputato nel parlamento Toscano del restaurato Granducato e nel Consiglio Provinciale di Firenze, si ritirò a vita privata nel 1881. Il suo fondo e la monumentale scaffalatura lignea furono donati nel 1884 alla biblioteca del ‘Municipio di Empoli’, secondo le sue volontà lasciate nel testamento. Trascorse la sua infanzia nei seminari, prima a Prato poi a Firenze dove venne educato allo studio delle lettere e ad amare la poesia. A diciotto anni si iscrisse alla sezione giuridica dell'università di Siena anche se era profondamente attratto dalla letteratura: Si trasferì all'università di Pisa e si laureò nel 1824. Viaggiò molto in Italia. Tornato in Toscana si ritirò nella villa di Poggio Ubertini e si dedicò allo studio scientifico e pratico della scienza agricola allo stesso modo di altri studiosi toscani come Cosimo Ridolfi e Antonio Salvagnoli Marchetti.

IL FONDO - Il fondo Tassinari è costituito da 9001 opere ripartite in 11.779 volumi e 1633 opuscoli e si caratterizza per una eterogeneità di composizione. L'amore di Tassinari per gli studi umanistici è testimoniato dalla numerosa presenza di opere di autori classici greci, latini, italiani e stranieri. Il suo amore per i viaggi è documentato dai libri di viaggio dell'Ottocento e da numerosi atlanti. La ricchezza e varietà di questo fondo librario rispecchiano le sue tendenze bibliofile documentata da numerosi repertori bibliografici e dizionari sette-ottocenteschi e da pregevoli annali tipografici di Aldo Manuzio (Firenze, Molini, 1873) agli Annali della Tipografia di Lorenzo Torrentino (Firenze, presso Niccolò Carli, 1809) e quello della tipografia Volpi Cominiana (Padova 1809). Al fondo Tassinari appartengono anche le opere di altri studiosi: Giuseppe Montani (che a causa di dissesti finanziari dovette vendere la sua biblioteca composta di duecento libri allo stesso Tassinari) e Antonio Pagni, prelato fiorentino. Il fondo librario è stato interamente catalogato tra il 2000 e il 2002.

GLI SCAFFALI - Gli scaffali del Tassinari sono formati da due parti sovrapposte di cui quella superiore è di profondità inferiore rispetto alla parte a terra, con ante in legno e reti metalliche a protezione dei testi, come in uso nelle biblioteche di maggior prestigio del tempo. Nella collocazione i mobili sono stati adattati alla sala che li contiene. Il mobile è realizzato con legno di pioppo, abete, noce e cipresso; la scaffalatura (parte alta) è realizzata con legno di pioppo e abete. Si tratta di oltre 26 metri per 5 e mezzo di altezza. Attualmente le librerie, decorate a finto legno, sono state svuotate dai testi che contenevano e quindi sono interamente visibili. Lo smontaggio e la conservazione di tutte le parti dovranno essere effetuati con grande cura e sotto la supervisione dell’organo di tutela. I lavori saranno effettuati in un laboratorio di restauro specializzato e quindi tutte le parti, al termine dei lavori di recupero dell’edificio, sarnno rimontati come erano, nella stessa Sala Tassinari che tornerà a essere uno dei ‘gioielli’ del complesso degli ex Agostiniani.

L’ISCRIZIONE - Nel vestibolo della Sala Maggiore della Biblioteca è conservata una lapide che ricorda la donazione testamentaria fatta da Giuseppe Tassinari al Comune di Empoli nel 1884: “Ad incremento e decoro dell'antica biblioteca i suoi libri con lungo studio e grand'amore raccolti donava morendo al Comune Giuseppe Tassinari patrizio fiorentino cui l'avito retaggio piu che agli ozi infecondi ad opre durature incitava di sapienza e virtù - Il municipio di Empoli, 1884”.

I BOMBARDAMENTI - La biblioteca fu duramente colpita durante la Seconda Guerra Mondiale. La sorte peggiore toccò proprio ai libri del Fondo Tassinari, che durante il passaggio del fronte non erano stati portati in salvo, ma erano rimasti sugli scaffali. Durante i cannoneggiamenti alleati del dicembre 1943 alcune schegge penetrarono nella Sala Tassinari per conficcarsi nel legno degli scaffali e nei libri più vicini alle finestre. Tra il 1998 e il 1999, grazie ad un finanziamento della Regione Toscana, cinquanta edizioni del Cinquecento danneggiate durante la guerra sono state restaurate.


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