Il paese che festeggia l'indipendenza del Senegal

Durante la festa che celebra l'indipendenza dello stato africano si parlerà anche di Ius soli. Settanta famiglie senegalesi nell'empolese Valdelsa

MONTESPERTOLI — Sabato 13 maggio nel parco urbano, la popolazione di Montespertoli è pronta ad accogliere, per il sesto anno consecutivo, tantissimi senegalesi residenti in Toscana. La festa per l'indipendenza del paese africano è dovuta anche alla presenza sul territorio dell'empolese Valdelsa di oltre 70 famiglie. Il Senegal è indipendente dal 1960.

Alla festa partecipano anche l'assessore regionale con delega all'immigrazione Vittorio Bugli, il console onorario del Senegal a Livorno, Andrea Ermini e l'ambasciatore del Senegal in Italia Mamadou Saliou Diouf. Tra gli appuntamenti anche un dibattito sullo Ius soli.

La sera è prevista una cena a base di prodotti tipici senegalesi: "Questa festa - ha detto il sindaco Giulio Mangani - è per noi anche un momento di riflessione sulle tematiche legate all''immigrazione che noi non affrontiamo creando muri e barriere, bensì considerando le opportunità che si possono presentare per la costruzione di una nuova comunità, perché siamo convinti che le provenienze diverse arricchiscono il territorio".

"In tutto il territorio dell'empolese Valdelsa - hanno spiegato gli organizzatori - la comunità senegalese conta oltre 70 famiglie sparse e perfettamente integrate con quelle ospitanti. Di loro, molti lavorano nel settore dell’agricoltura oppure fanno gli operai nelle aziende, contribuendo all’economia del territorio. Se si considera solo il Comune di Montespertoli, le famiglie senegalesi presenti sono 27, composte in totale da 58 persone, 44 maschi e 14 femmine. Inoltre, 10 di questi hanno anche preso la cittadinanza italiana".

“Siamo felici di vivere qui nell’Empolese Valdelsa - ha detto il presidente dell’associazione senegalese di Montespertoli, Mohamed Niane - Un territorio che ci ha accolti e ci ha aiutato a rifarci una vita qui. Noi abbiamo grande voglia di fare e tantissimo da dare alla comunità”.

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