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Attualità martedì 24 gennaio 2017 ore 16:17
Un nuovo modo di fare accoglienza
Presentato il progetto di Prima Materia che coinvolge i richiedenti asilo. Il sindaco Mangani: “Stiamo provando a offrire qualcosa di diverso”
MONTESPERTOLI — È necessario mettere in discussione il sistema di accoglienza, ripensare l'integrazione guardando da una prospettiva diversa, quella di chi arriva in Italia perché costretto a scappare dal proprio paese e dalla propria casa.
Parte da questa riflessione il progetto “Spazi aperti: confronto e interazione per il dialogo tra richiedenti asilo e comunità ospitante”, portato avanti a Montespertoli dall'associazione Prima Materia, insieme al partenariato composto da Comune di Montespertoli, Agenzia per lo Sviluppo Empolese Valdelsa e associazione Straniamenti e finanziato con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Valdese, che mira a rompere l'isolamento a cui sono destinati i tanti migranti che sbarcano quasi ogni giorno in Italia.
“Perché l'isolamento, quello sociale, è causato soprattutto dalla comunità ospitante - sostiene Debora Brown, dell'associazione Prima Materia - In Italia gestiamo un'emergenza senza chiederci che tipo di bisogni hanno i richiedenti asilo. Si cerca di garantire l'indispensabile, certo, ma poi bisogna chiedersi: che prospettiva gli diamo in Italia?”.
I primi passi del progetto, il cui percorso è iniziato nell'ottobre del 2016, sono stati presentati sabato pomeriggio presso la sede di Prima Materia, a San Quirico in Collina. Attraverso un ciclo di laboratori espressivi, che variano dalla musica al teatro all’attività ludica, il progetto si propone di creare spazi aggreganti e accoglienti per gli ospiti del Centro Accoglienza di Lucignano, coinvolgendo gli abitanti di Montespertoli e delle sue frazioni, al fine di abbattere pregiudizi e stereotipi e aiutare i richiedenti asilo a costruire il loro futuro sul territorio.
Perché sono i comportamenti che fanno l'accoglienza, non le strutture. E il sistema d'accoglienza attuale tende a limitare l'autonomia degli ospiti e li “inferiorizza”. Per cui il primo passo da fare è “giungere alla consapevolezza di non essere capaci di accogliere e quindi di doversi mettere in discussione - sottolinea la rappresentante di Prima Materia - Bisogna interrogarsi su come si produce normalità, cercando di evitare l'accoglienza 'formalizzata'”.
Attualmente, sono quattro i laboratori previsti, c'è quello di canto corale e quello di musica, quello di teatro e quello sulle attività ludiche. In cantiere anche la possibilità di aprire un orto sociale. I primi risultati si sono visti già sabato scorso: grazie al laboratorio di musica, durante la serata i ragazzi di Lucignano si sono esibiti in un piccolo concerto, che nei prossimi mesi verrà "esportato" anche al di fuori di Prima Materia, durante altre iniziative pubbliche, con lo scopo di portare a conoscenza dei cittadini la strada percorsa sinora. Il laboratorio di canto corale, invece, si terrà dal 4 febbraio al 19 marzo e la prima esibizione del coro è prevista per sabato 1 aprile a “Popolo che canta non muore”, la rassegna di cori popolari organizzata ogni anno da Prima Materia.
I repertori affrontati saranno i canti popolari italiani e alcuni canti dei paesi di provenienza dei ragazzi ospiti del centro di Lucignano. “Spazi aperti vuole essere un luogo per tutti - aggiunge Debora - il cui scopo è creare ponti e integrazione, per partecipare alla costruzione di una strada insieme”. Sulla stessa linea di pensiero il sindaco di Montespertoli, Giulio Mangani, intervenuto nel corso della giornata a San Quirico in Collina: “Non si può essere convinti delle soluzioni da mettere in campo ma, al contrario, bisogna interrogarsi sulle forme di accoglienza e d'integrazione.
A Montespertoli stiamo provando a offrire qualcosa di diverso, grazie a Prima Materia e ad altre associazioni presenti sul territorio. Grazie alla passione degli operatori e dei volontari abbiamo già creato qualcosa di migliore. Ora stiamo anche lavorando per aprire un ulteriore appartamento di accoglienza, perché la struttura di Lucignano non è più in grado di ospitare altri migranti”.
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