Attualità venerdì 25 aprile 2025 ore 18:45
Giunio partigiano ragazzino, una storia riscoperta

A 15 anni lasciò la famiglia per combattere contro i tedeschi. Poi l'emigrazione in Australia e l'oblio. La sua vicenda riaffiora dagli archivi
CASTELFIORENTINO — Giunio Leoncini, 15 anni. Lasciò i genitori, due sorelle e un rifugio a quei tempi abbastanza sicuro per raggiungere la Brigata partigiana al comando di Duilio Borgioli attiva sulle colline di Montaione. Era Febbraio 1944 e Giunio, benché ragazzino, seppe distinguersi nella lotta di liberazione combattendo contro i tedeschi sulla Linea Gotica.
Poi l'emigrazione in Australia, e la sua storia caduta nell'oblio di archivi dimenticati. Fino ad oggi, quando la sua figura è stata riscoperta nell’ambito di una ricerca sui volontari di Castelfiorentino, finanziata con un contributo del Consiglio regionale della Toscana per l’80° anniversario della Liberazione.
E' una vicenda del tutto sconosciuta, quella di Giunio Leoncini che è a tutti gli effetti il partigiano più giovane di Castelfiorentino. Suo padre, in quegli anni bui, era dipendente comunale. La famiglia si era trasferita al Castello di Oliveto, ed era tutto sommato al sicuro. Ma Giunio voleva battersi per la libertà. Così, nel Febbraio 1944 scelse di raggiungere altri giovani più grandi di lui nelle colline di Montaione, a San Vivaldo.
"Sotto il comando di Duilio Borgioli, il giovanissimo Giunio divenne ben presto – secondo un rapporto redatto dallo stesso Borgioli e ricostruito in una nota dal Comune di Castelfiorentino – la mascotte della Brigata, distinguendosi per il suo coraggio 'sempre primo fra tutti', e 'più volte citato all’ordine del giorno per il suo comportamento nella lotta antinazista', tra il Febbraio e il Marzo 1944".
In seguito: "Il 3 Febbraio 1945, Giunio Leoncini si sarebbe unito ad altri 72 volontari castellani per andare a combattere sulla Linea Gotica contro i tedeschi".
Nel secondo dopoguerra, intorno agli anni Sessanta, Giunio Leoncini emigrò in Australia, facendo vari lavori e trovando infine un’occupazione stabile presso una raffineria.
Naturalizzato cittadino australiano nel 1970, della sua storia non si sapeva nulla fino a poche settimane fa, quando grazie a una ricerca anagrafica effettuata dal personale dei Servizi al cittadino del Comune di Castelfiorentino è stata rintracciata la sorella Magda, alloggiata temporaneamente in una Rsa della zona. Da lei i ricercatori sono riusciti a risalire ai discendenti, figli e nipoti che dall’Australia sono venuti a trovare la zia Magda poco tempo fa.
L'amministrazione comunale castellana li ha accolti con gioia nella sala rossa del Municipio, consegnando al figlio David una pergamena “alla memoria di Giunio Leoncini, combattente per la Libertà”. Presenti alla cerimonia l’assessore alla cultura Franco Spina, l’assessora alla memoria Marta Longaresi e alcuni rappresentanti del Tavolo Memoria: Marco Cappellini (presidente ANPI), Nadia Meacci (Spi Cgil Castelfiorentino), Alessio Latini e infine Carlo Simoncini.
“La ricerca – osservano gli assessori Spina e Longaresi – è partita nell’ambito di una ricerca sui volontari di Castelfiorentino, finanziata con un contributo del Consiglio regionale della Toscana per l’80° anniversario della Liberazione. In questo caso, tuttavia, è affiorata una vera e propria perla, la vicenda del partigiano più giovane di Castelfiorentino che all’epoca aveva poco più di 15 anni, puntualmente documentata".
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