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Cronaca martedì 10 gennaio 2017 ore 17:00

"Un giro di vite sulla sicurezza"

Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino

Il sindaco Falorni commenta lo scontro a fuoco. Perplessità sui motivi che hanno portato l'aggressore in città: "Aveva precedenti, è inaccettabile"



CASTELFIORENTINO — Un uomo a piede libero, con precedenti penali, che ha lavorato in zona come taglialegna per qualche tempo. E' questo l'identikit dell'aggressore che ieri sera ha sparato contro due nordafricani in piazza Gramsci diffuso dal sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni

Mentre il ricercato è sempre in fuga, dopo avere abbandonato la sua auto, una Bmw, nelle campagne di Montespertoli ( la macchina è stata ritrovata qualche ora dopo ), a freddo, il primo cittadino ha affidato a facebook le sue prime considerazioni sull'episodio.

Falorni parte dalla ricostruzione di quanto accaduto: "Pare che il responsabile sia un albanese, conosciuto alle forze dell'ordine, il quale ubriaco ha prima litigato con dei marocchini presenti al bar, accusandoli di un furto di cellulare. Poi, col crescere della lite, ha preso la macchina, è andato non si sa dove (primo particolare inquietante) ed è tornato con una pistola (a me avevano detto una scacciacani, sul posto ieri sera, fatto sta che era una pistola: questo ha sparato) ferendo i due alle gambe e mandandoli all'ospedale".

I due marocchini, ricoverati al San Giuseppe di Empoli, sono fuori pericolo

Il sindaco aggiunge quindi alcune cose che "inquietano e non possono non far riflettere".

"Il fatto che mi si dica (giustamente, credo) che è un episodio isolato, che poteva succedere altrove, non ci aiuta nemmeno un po' - dichiara Falorni - anzi, dovrebbe preoccuparci ancora di più. Sempre più spesso leggiamo fatti di cronaca come questi, in giro. Qui abbiamo un tizio che sembra abbia lavorato in passato in zona come taglialegna per qualche tempo, residente (pare) in un paese dell'Alta Toscana, ma dove non si trova attualmente. Non si sa dove sia, dalle ricostruzioni fatte. Passa per il paese, non si sa a far cosa, si ubriaca, e pensa bene di risolvere la lite con una pistola. Peraltro, dove l'ha presa?" 

"Qui c'è un punto sostanziale - prosegue il sindaco - uno che è conosciuto alle forze dell'ordine per precedenti, che è venuto nel nostro paese, e che gira, con questo approccio alle cose, a piede libero. Per me, è una cosa inaccettabile".

Falorni sostiene di aver fatto della sicurezza un elemento importante del proprio mandato: "Ci sto dedicando tempo, strumenti e risorse di tutti i castellani" dichiara il sindaco, ma ammettendo che ciò non è sufficiente: "Di fronte a questi episodi, però, il lavoro fatto su questo tema viene spazzato via".

Quindi, uno sfogo amaro: "Basta una cosa così, e subito il livello di sicurezza percepita dai cittadini scende a livelli critici.  Basta un episodio così, e il lavoro fatto sull'immagine del paese viene buttato al vento".

Il primo cittadino promette maggiori sforzi per evitare che il senso di sicurezza dei cittadini vada disgregandosi: "Potenziando il progetto Castello Sicura, e portandolo al controllo del territorio fatto dai cittadini come avviene in alcune zone dell'Emilia". Falorni annuncia inoltre che chiederà al prefetto uomini in più sul territorio e al questore interventi su punti precisi.

"Stiamo richiedendo a gran voce, da tempo, che il Parlamento produca le leggi che consentano un giro di vite netto su questo tema" aggiunge Falorni, che conclude con una nota politica: "Sono e sarò sempre di sinistra - puntualizza - ma penso che questo sia un baluardo civico, soprattutto rispetto al fatto che di fronte a mancanza di risposte i cittadini si spostino ancor più verso xenofobia e razzismo".

"Se è vero che i Sindaci sono ascoltati come antenne sul territorio, beh, fatevi dire che questo è un intervento necessario, per continuare a tenerli uniti, i territori, e la loro coesione sociale".

"I fatti di Castelfiorentino fanno rabbrividire un paese civile, e sono un indicatore preoccupante dell'insicurezza nella quali debbono vivere i toscani. Lo dice il Segretario Provinciale della Lega Nord Toscana di Firenze Alessandro Scipioni. "Una cittadina bellissima, ridotta al Far West. Bisogna recuperare il controllo del territorio e selezionare gli ingressi nel nostro paese, con rigore e severità".

Marco Cordone, Segretario Lega Nord Empolese-Valdelsa, ha aggiunto: “A livello di tutela dell’ordine pubblico e sicurezza dei cittadini, c’è veramente da preoccuparsi se, in Piazza Gramsci, in pieno centro a Castelfiorentino, una sera d’inverno intorno alle 23.00 ha luogo una colluttazione con sparatoria per futili motivi, tra extracomunitari. 

Chi paga il costo sociale di tutto ciò:intervento delle Misericordie di Certaldo e di Castelfiorentino, automedica e carabinieri intervenuti prontamente in forze? Quanto accaduto, sommato agli altri numerosi episodi di criminalità da Fucecchio a Montelupo Fiorentino, conferma che l’Empolese Valdelsa non è più un’isola felice e che come andiamo dicendo da anni, bisogna intervenire prima che i buoi siano scappati dalla stalla se non sono già scappati. Mi chiedo cosa sarebbe potuto accadere se la sparatoria avesse avuto luogo con gli spettatori del Teatro del Popolo in uscita da qualche spettacolo. Infine, prendo spunto da questi gravi episodi di criminalità per informare la cittadinanza che, dal prossimo giovedì 12 gennaio ad iniziare dal mercato di Empoli, si potrà firmare una petizione per avere più sicurezza ed una giustizia certa.”

"Episodi come quello avvenuto ieri sera in Piazza Gramsci non hanno niente a che vedere con la storia e la tradizione della nostra comunità valdelsana".

Lo dice la Confesercenti di Castelfiorentino con la presidente Marta Locci. 

"Con il Sindaco Falorni abbiamo condiviso tutte le più o meno recenti azioni mirate ad incrementare gli standard di sicurezza della città (videosorveglianza centro cittadino, nuova illuminazione e rilancio Stazione Fs, trasferimento Caserma Carabinieri ecc..) ma evidentemente tutto questo senza un nuovo modello di sicurezza che deve valere, a nostro avviso, non solo per Castelfiorentino ma per tutte le medie-grandi città, rischia di valere fino ad un certo punto.

Parliamoci chiaro: anche il nostro territorio, al pari di altri è stato trasformato da vecchi e nuovi flussi migratori ma, al contempo, non sono stati adeguati gli strumenti di contrasto dello Stato.

E’ come voler usare uno smartphone con il vecchio gettone telefonico: non va, non può andare!

Ci vogliono nuove norme su certezza della pena, espulsione clandestini, lentezza dei processi.

E ancora: più poteri ai Sindaci, vero presidio del territorio, meno alla burocrazia ministeriale che spesso rappresenta un freno per chi vuole agire".

Cambiare su tali temi, si può e si deve!"


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