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Attualità mercoledì 31 maggio 2017 ore 12:00

Il comitato piange don Fanfani

Il parroco era presidente onorario del gruppo Empolese-Valdelsa per la difesa della Costituzione: "



EMPOLI — "Fra i tanti che piangono la sua scomparsa o lo commemorano crediamo di interpretare il sentimento di molti che lo hanno conosciuto ricordandolo come uomo simbolo del nostro territorio in un lungo periodo della storia cittadina, così come fu ricordato quando la Città gli conferì, nel 2014, il Sant’Andrea d’Oro". Così il Comitato per la difesa della Costituzione empolese valdelsa ricorda il suo presidente onorario don Renzo Fanfani.

"E’ stato simbolo come prete - scrivono in una nota stampa -, sempre dalla parte dell’ascolto e dell’accoglienza, ma anche dell’esempio e della concretezza. Lo è stato come lavoratore, come operaio e compagno dei tanti operai cittadini empolesi, nostri genitori. Così molti di noi lo hanno conosciuto, forse più per il suo essere uomo di fabbrica che di chiesa. Compagno di fabbrica e compagno di strada: attento ai bisogni degli ultimi e sempre con il Vangelo e la Costituzione in tasca con cui attrezzava i giovani cresimati a diventare futuri cittadini del mondo. Spesso diceva, ironicamente: nella Bibbia ci sono tante cose buone e giuste, ma se non bastasse, meglio avere una Costituzione come la nostra dove trovano riconoscimento e tutela i valori supremi dell’umanità: dignità, uguaglianza, giustizia e, da qui, l’esortazione a difenderla e a chiederne il rispetto, sempre".

"E allora - hanno raccontato dal Comitato -, quasi 13 anni fa, ci siamo ritrovati con quest’uomo per condividere un percorso di conoscenza, di approfondimento, dei valori, del senso e significato profondo della Carta Costituzionale che ci ha consapevolmente portato ad operare per la sua difesa e la sua divulgazione, a denunciare e respingere i numerosi attacchi al cuore della democrazia mascherati da esigenze di rinnovamento e modernità fasulle, nel 2006 come nel 2016. Renzo è stato esempio ed artefice di questo impegno civile che ci lascia ora in eredità come patrimonio di vita e di umanità - e concludono -. Ne avremo cura e continueremo a tenerlo vivo, come l’affetto che si ha per le persone care . Grazie, Presidente". 


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