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Attualità martedì 18 febbraio 2020 ore 10:34

Materiale scuro nel fiume Elsa, ecco cosa era

Il materiale scuro nel fiume Elsa

Arpat riferisce gli esiti degli accertamenti svolti al fiume Elsa in località Sant'Andrea, a seguito di alcune segnalazioni sui social network



EMPOLI — Sui materiali scuri segnalati nei giorni scorsi nel fiume Elsa, Arpat ha fatto sapere che "non sono rifiuti ma sedimenti non pericolosi scavati dal Consorzio di Bonifica dal fosso di Sant’Andrea, sottoposti ad analisi e trasferiti sui terreni circostanti e sull’argine del fiume Elsa".

I tecnici del Dipartimento Arpat del Circondario Empolese hanno eseguito un sopralluogo presso l’area in questione a seguito di segnalazioni apparse su Facebook che mostravano, con filmati e fotografie, la presenza di materiali di colore scuro nell’alveo e sull’argine del fiume Elsa in località Sant’Andrea - Empoli.

"Dai controlli non sono emerse irregolarità - hanno specificato dall'agenzia regionale per l'ambiente - in quanto si tratta di sedimenti non pericolosi tolti dal fosso Sant’Andrea e collocati sui terreni circostanti e sull’argine interno sinistro del fiume Elsa dove sono evidenti fenomeni di erosione. I tecnici del Consorzio di Bonifica del Medio Valdarno presenti sul posto hanno riferito di aver rimosso i sedimenti dal fosso Sant’Andrea poiché la quantità accumulata dalle copiose piogge del mese di dicembre impediva lo scorrimento dell’acqua".

"Le analisi presentate ad Arpat - conclude la nota -, eseguite dal laboratorio incaricato dal Consorzio di Bonifica, hanno evidenziato che il sedimento raccolto non conteneva sostanze pericolose; tale condizione era necessaria, in osservanza all’art. 185 comma 3 del D.Lgs 152/2006, per farne cessare la qualifica di rifiuto e poter essere quindi riutilizzato in loco. Visto il risultato delle analisi attestanti la non pericolosità del sedimento, il Consorzio poteva eseguire le operazioni di scavo e di spostamento di tale materiale all’interno della pertinenza idraulica del fiume Elsa, senza obbligo di comunicazione agli enti, anche se un'informazione preventiva avrebbe permesso di rispondere più tempestivamente alle preoccupazioni dei cittadini".

L’esito degli accertamenti è stato riferito al Comune di Empoli.


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