Attualità lunedì 06 febbraio 2017 ore 14:15
No alla cittadella dei disabili, tuona la Cgil

Galgani: "Progetto insostenibile e incomprensibile, si rinunci. No all’idea che gli imperfetti è meglio non vederli, serve vera inclusione sociale"
EMPOLI — Sono parole di dura condanna quelle pronunciate dalla segretaria generale della Cgil Firenze Paola Galgani contro la cittadella dei disabili. Il progetto della costruzione è dell'Asl e del Comune di Empoli.
"Sono mesi - ha esordito Galgani - che molte associazioni si esprimono contro la costruzione di cittadelle dei disabili nella nostra Regione. Nelle intenzioni della Asl e del Comune di Empoli c'è questa scelta: una scelta opposta a quelle fatte negli ultimi trent'anni proprio in quel territorio, così come in altri, di costruire strutture diurne o residenziali per disabili che permettessero una vera inclusione sociale e quindi che fossero pienamente inserite nella vita sociale delle comunità".
"L'idea di costruire strutture grandi - ha proseguito la segretaria - magari alle periferie delle città e quindi della comunità ci riporta indietro nel tempo e risponde a una deriva culturale che sembra aver infettato anche le nostre istituzioni e le nostre comunità da sempre attente a questi temi e a queste scelte. Nella società della bellezza e della perfezione esteriore a tutti i costi, gli imperfetti è meglio non vederli, è meglio relegarli in luoghi in cui le relazioni sono prevalentemente tra loro...".
"Eppure - ha spiegato Galgani - in questo Paese è stata approvata una Legge, cosiddetta sul Dopo di Noi, il cui obiettivo è quello di garantire la massima autonomia e indipendenza delle persone disabili, consentendogli ad esempio di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa d'origine".
"Esattamente l'opposto delle cittadelle dei disabili - ha aggiunto Galgani - la Cgil di Firenze ha convintamente sottoscritto il manifesto Per la vita libera delle persone con disturbi mentali e disabilità intellettiva, contro il rischio di una nuova istituzionalizzazione e ora chiede in primis alla sindaca Brenda Barnini di Empoli, rappresentante dello stesso partito grazie al quale è stata approvata la legge sul Dopo di noi di mettere in pratica quella legge, rinunciando all'incomprensibile e insostenibile idea di andare avanti sul progetto di costruzione di una grande strutture in cui far confluire i disabili di tutti i centri dislocati nella città".
Mauro Fuso della segreteria Cgil Toscana ha aggiunto: "Lo spirito della legge nazionale sul Dopo di noi, il benessere, la piena inclusione sociale e l'autonomia delle persone con disabilità, e le politiche della Regione Toscana contraddicono la scelta che si va configurando ad Empoli. Ci uniamo pertanto alle contrarietà espressa dal mondo dell'associazionismo e ci rivolgiamo alla Regione Toscana affinché ci sia un doveroso ripensamento del progetto verso un modello diverso, di strutture più piccole, diffuse e integrate nel tessuto sociale".
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