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venerdì 29 marzo 2024

RACCONTI E RIMEDI — il Blog di Ciro Vestita

Ciro Vestita

Medico fitoterapeuta, è docente in Nutrizione umana e fitoterapia all'Università di Pisa. È consulente per Rai Uno per i programmi "Porta a Porta", "Linea Verde", "Buongiorno Benessere"e "Uno Mattina." Tra i suoi libri: "La farmacia e la dispensa del buon Dio."

Annibale, Montgomery e i peperoncini

di Ciro Vestita - mercoledì 12 gennaio 2022 ore 07:30

«Mahaarbal was always right» (Maarbale aveva sempre ragione) disse il generale Montgomery dopo la conquista di El Alamein nella seconda guerra mondiale.

Ma chi era l'idolo del generale inglese? Era il capo della cavalleria nell'esercito di Annibale, grazie al quale il Cartaginese sterminò in un giorno solo nella battaglia di Canne 60.000 Romani. Il più grande stermino della storia, nemmeno ad Austerlitz Napoleone fece altrettanto. Dopo aver bastonato i Romani sul Trasimeno Annibale si scontrò in Puglia contro il più grande esercito dell'antichità : 80.000 Romani contro un micro esercito Cartaginese.

Il giorno dopo la battaglia furono eretti seicento cumuli di cento cadaveri ciascuno, in un terreno impastato di sangue con ventimila superstiti cui Annibale mutilò l'anulare perché a Cartagine di anelli ne arrivassero 80.000 (Elegante prova del reale sterminio). Mai vista una cosa del genere.
E qui il grande dubbio: perché Annibale non andò a prendersi Roma?

Maarbale, racconta Tito Livio, scongiurò il suo generale di partire: «Die quinto Victor in Campitolio epulaberis. Tra cinque giorni, mio generale, banchetterai in Campidoglio». "Seguimi" gli dice ancora Maarbale, farò in modo che i Romani sappiano che sei arrivato prima ancora di sapere che stai per arrivare. Annibale però non partì, non si mosse, e nessuno sa spiegarsi perché. Forse, come sospettò Maarbale, «Vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis: sai vincere Annibale, ma non sai sfruttare la vittoria».

Ma perché Maarbale piaceva tanto a Montgomery? Probabilmente perché "aveva le palle", per le sue abitudini spartane e forse perché prediligeva lo stesso tipo di vita del numida: vita sobria, alimentazione semplice.
Maarbale portò con sé in Italia le abitudini della cucina numida: cibi ricchi di spezie (cumino, coriandolo, anice, aneto) capaci di combattere le tante malattie infettive di quei tempi e nel contempo di dare energia ai soldati. 

Pare che anche il generale Montgomery consigliasse molto queste spezie ai suoi soldati per combattere le tante patologie infettive dell'Africa. In particolare il Generale inglese adorava il peperoncino; era sua abitudine cenare sempre con insalate fresche e peperoncino ,spezia a suo avviso capace non solo di proteggerlo dalle infezioni ma anche di energizzarlo.

Come medico consiglio il peperoncino a tonnellate, soprattutto in eta' pediatrica ove le difese immunitarie sono spesso minime; e siccome i ragazzini non gradiscono i sapori troppo forti e' utile, ad esempio, metterlo nel latte bollente; il sapore diviene asprigno e gradevole e il principio attivo (la capsaicina) si diluirà benissimo nella tazza di latte creando una vera arma contro infezioni virali e batteriche.

Ciro Vestita

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