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Attualità sabato 09 dicembre 2017 ore 14:00

Santa Maria, via al recupero di due opere simbolo

In arrivo le risorse per la ex casa del Fascio e per la Colonna Leopoldina. Il sindaco: “Altri 250mila euro per quello che sarà un centro culturale”



EMPOLI — Due simboli del quartiere di Santa Maria a Empoli saranno recuperati e riportati a nuova vita.

Si tratta della ex Casa del Fascio, su Via Livornese, e della Colonna Leopoldina che, al centro della frazione, domina il bivio fra via Livornese e via Lucchese.

La prima è un edificio storico che diventerà un centro culturale per tutta la comunità. La seconda è un manufatto del 1800 che è stato al centro di una mobilitazione, organizzata dal Comitato Santamariese e per la quale è stata attivata una raccolta fondi.

Il sindaco Brenda Barnini ha annunciato la partenza della fase due per il recupero totale della Ex Casa del Fascio di Santa Maria. “Nell’ultimo Consiglio Comunale abbiamo approvato una variazione di bilancio che ci consente di finanziare per 250.000 euro l’intervento finale che riporterà a nuova vita questa storia struttura. Già poco dopo il mio insediamento alcuni cittadini ci chieserò di farla tornare utile alla comunità. Eccoci, ci siamo davvero. Dopo un consolidamento da 100.000 euro, perché il rischio era che la struttura crollasse, ecco un altro investimento importante”.

Come detto l’edificio è già sottoposto nei mesi scorsi a un primo intervento di consolidamento. Dopo il lungo iter autorizzativo della Soprintendenza è stata messa in sicurezza dal punto di vista strutturale, impedendone il degrado e quindi adesso il fabbricato è pronto per un definitivo recupero. Il progetto, redatto dall’ufficio tecnico del Comune, in particolare dall’architetto Federica Capecchi, ha visto un investimento per il primo stralcio pari a 100.000 euro. Adesso il secondo stralcio prevede ulteriori 250.000 euro, tutti provenienti dalle casse dell’amministrazione comunale.

“Secondo l’iter e i tempi dovremmo arrivare ad avere tutto l’immobile recuperato prima dell’estate 2019. I locali saranno destinati ad attività culturali, il ragionamento su chi e come la dovrà gestire sarà fatto proprio nei mesi in cui i lavori andranno avanti. In queste settimane sarà approvato il progetto, quindi la gara nei primi mesi del 2017 e poi la partenza dei lavori in estate. Dovremmo impiegare un anno per poterla terminare. È una bella soddisfazione poter dire che questo obiettivo lo stiamo raggiungendo. Adesso sarà importante trovare un soggetto che possa gestirla e valorizzarla. Tra l’altro al suo interno c’è anche un affresco di Sineo Gemignani che rappresenta uno schiavo che spazza le catene”.

Il fabbricato principale oggetto di intervento è ad un solo piano ed ha una superficie coperta di circa 190 mq. Il fronte posteriore si affaccia su di un resede sul quale insistono alcuni annessi della superficie di circa 70 mq.

L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di procedere ad un restauro complessivo finalizzato alla realizzazione di un centro culturale utile alle attività di quartiere. A tal fine il progetto di restauro prevede il rispetto dell’organismo architettonico esistente. Dall’ingresso su via Livornese si accede ad un ingresso che distribuisce i due saloni, i quali torneranno a essere uniti e poi saranno destinati a servizio di attività legate alla lettura e prestito del libro, per la realizzazione di progetti concepiti in accordo ed a supporto dei servizi bibliotecari comunali. Nella zona centrale trovano posto i servizi igienici per gli utenti e il servizio igienico per persone con ridotta capacità motoria. È previsto inoltre il recupero dei piccoli immobili annessi al cortile interno per valorizzare il teatrino e gli ambienti ad esso legati.

Nel 1° stralcio sono già state realizzate opere di consolidamento dell’edificio principale: murature e solaio di copertura in parte collassato negli anni a causa delle infiltrazioni di acque meteoriche. Rinforzata anche la struttura portante lignea con una nuova, opportunamente isolata. Le fondazioni sono state consolidate per migliorarne il comportamento in caso di sisma. Il prossimo intervento vede il rifacimento di tutta la parte impiantistica, soffitti, controsoffitti, intonaci, pavimenti e rivestimenti. Il recupero delle superfici dipinte e la sistemazione della corte interna e del teatrino.

L’edificio fu inaugurato nel 1932, in pieno ventennio fascista. Al termine della Seconda Guerra Mondiale furono tolti gli emblemi del regime e il fabbricato cominciò ad essere utilizzato come Casa del Popolo, finché negli anni Cinquanta si cominciò a costruire quella nuova nelle immediate adiacenze. In quegli anni furono costruiti anche alcuni annessi esterni. Successivamente l’edificio, che era di proprietà del Demanio, è stato abbandonato a se stesso e nel 2002 è divenuto proprietà del Comune.

Piero Bartalucci, Alberto Michelucci e Franco Alderighi, del Comitato Santamariese, hanno annunciato inoltre che, grazie alle iniziative di raccolta fondi, sono stati raccolti poco più di 11.000 euro per il recupero della Colonna Leopoldina. Casa del Popolo e Consiglio Parrocchiale hanno unito le loro energie per raccogliere fondi e riuscire a restaurare l’opera.

La prima Serata Santamariese, nel settembre 2016, ha realizzato parzialmente questo scopo accomodando a cena quattrocento persone sul sagrato della chiesa per ricavare denaro. Poi la seconda serata del giugno scorso ha avviato anche una raccolta fondi capillare fra tutti gli esercizi commerciali e le attività economiche della frazione. Oltre a questi 11.000 euro anche il Comune finanzierà il restauro fino ad arrivare ai circa 16/17.000 euro, la stima dell’intervento che avverrà con la supervisone della Soprintendenza di Firenze.

La Colonna Leopoldina fu voluta nel 1840, insieme alle altre 18 oggi superstiti, da Leopoldo II di Lorena: le colonne da quel momento costellarono il territorio toscano indicando le direzioni di quelle che furono le 'strade regie'. A Santa Maria la colonna si trova strategicamente alla biforcazione tra via Livornese e via Lucchese. Un manufatto realizzato sulla base di un unico modello e progettato dall’architetto Alessandro Manetti, uno tra i più significativi interpreti dell'architettura neoclassica di stampo più illuministico in Italia.

“Una splendida iniziativa – ha detto il sindaco Barnini –, è importante la raccolta che il comitato ha portato a termine, ma soprattutto il messaggio che arriva da due realtà che si uniscono per l’unico intento di migliorare il proprio quartiere”.

“E non vogliamo fermarci – affermano Michelucci e Bartalucci – adesso proseguiamo e individueremo altri obiettivi per raccogliere fondi e migliorarli. Vorremmo ringraziare la Sezione Soci Coop per il supporto alle due cene, la Cooperativa Montalbano per il vino fornito, la Fondazione Sesa, la Sammontana che ha offerto il gelato, Banca Cambiano che ha consentito di arrivare alla cifra degli oltre 11.000 euro. E poi gli studenti del laboratorio teatrale Ferraris Brunelleschi che hanno servito ai tavoli, coordinati dalla prof. Silvia Desideri. Quindi la compagnia teatrale SottoBanco che ha sede alla Casa del Popolo per aver messo in scena una commedia che ci ha consentito di raccogliere altri fondi, Quindi tutti e 45 gli esercenti del Centro Commerciale Naturale di Santa Maria che hanno messo a disposizione una serie di prodotti. Grazie anche a Don Emmanuele, il sacerdote”.

L’intervento alla colonna dovrebbe essere realizzato nel corso del 2018.


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