Andiamo verso l’ecofascismo?
di Adolfo Santoro - sabato 10 agosto 2024 ore 08:00
Giorgio Gaber cantava così ne I reduci:
E allora è venuta la voglia di rompere tutto
Le nostre famiglie, gli armadi, le chiese, i notai
I banchi di scuola, i parenti, le 128
Trasformare in coraggio la rabbia che è dentro di noi
E tutto che saltava in aria
E c'era un senso di vittoria
Come se tenesse conto del coraggio
La storia
All’inizio c’era Greta Thunberg, che a 15 anni, per tre settimane, saltò la scuola tutti i giorni per manifestare davanti al parlamento svedese chiedendo al governo di tagliare le emissioni di CO2. E, dopo il voto, continuò a scioperare ogni venerdì. La sua battaglia individuale, raccontata dai giornali, è presto diventata una battaglia collettiva e ha ispirato il movimento Fridays for future, Venerdì per il futuro.
Gli scioperi per il clima iniziati nel 2018 dall'attivista svedese Greta Thunberg hanno portato in piazza oltre sette milioni di persone, soprattutto giovani, in più di cento Paesi con slogan come Non esiste un Pianeta B e Ci avete rotto i polmoni. La principale richiesta del movimento era il diritto al futuro. La frangia italiana del movimento aggiungeva domande specifiche dirette al ministero dell’Istruzione: 1) aumento dei fondi destinati alla scuola, all’università e alla ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici sostenibili al 100 percento, 2) la revisione dei programmi didattici per evidenziare le conseguenze dell’utilizzo di combustibili fossili e l’inserimento di insegnamenti basati su modelli di sviluppo sostenibile, 3) l’interruzione di tutte le collaborazioni tra il Miur e le aziende inquinanti che non abbiano previsto un piano di decarbonizzazione ed un piano di bonifiche e risarcimento danni.
I risultati del movimento sono stati la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e la prima legge dell’UE per il clima, ritenuta insufficiente dal movimento. Ne è subentrata la delusione, espressa anche dallo slogan Basta false promesse; ne è subentrata la necessità di aggiungere all’attività di sensibilizzazione azioni concrete, come le campagne #NonFossilizziamoci e #RitornoalFuturo, che però si sono rivelate poco concrete in quanto riassorbite dal muro di gomma delle istituzioni.
E allora è venuto il momento di organizzarsi
Di avere una linea e di unirsi intorno a un'idea
Dalle scuole ai quartieri alle fabbriche per confrontarsi
E decidere insieme la lotta in assemblea
E tutto che sembrava pronto
Per fare la rivoluzione
Ma era una tua immagine o soltanto
Una bella intenzione
Al movimento si è aggiunto Extinction Rebellion (XR),che chiama alla disobbedienza civile nonviolenta di massa per forzare i governi a invertire la rotta verso il disastro climatico e ecologico. Tre sono le richieste:
1) Dire la verità attraverso la dichiarazione dello stato di emergenza climatica ed ecologica.
2) Agire ora attraverso l’azzeramento delle emissioni di gas serra entro il 2025 e l’interruzione della distruzione degli ecosistemi e della perdita di biodiversità.
3) Decidere insieme attraverso l’istituzione di assemblee di cittadini a livello locale e nazionale, che guidino i governi locali e nazionali sulle misure da attuare per una transizione che sia equa e giusta.
XR si rivolge alla coscienza di ciascuno per sollevarsi pacificamente insieme facendo riferimento a 10 idee-guida:
1) Abbiamo una visione condivisa del cambiamento: Creare un mondo adatto alle generazioni future.
2) Incentriamo la nostra missione su ciò che è necessario: Mobilitare il 3,5% della popolazione per ottenere un cambiamento di sistema - utilizzando idee come “organizzazione basata sullo slancio del momento” per raggiungere questo obiettivo.
3) Abbiamo bisogno di una cultura rigenerativa: Vogliamo creare una cultura che sia sana, resiliente e adattabile.
4) Lanciamo apertamente una sfida a noi stessi e a questo sistema tossico: Lasciamo le nostre zone di comfort per agire per il cambiamento.
5) Diamo valore alla riflessione e all’apprendimento: Seguiamo un ciclo che prevede azione, riflessione, apprendimento e pianificazione di ulteriori azioni. Impariamo da altri movimenti e contesti così come dalle nostre esperienze.
6) Accogliamo tutti e ogni parte di ciascuno: Lavoriamo attivamente per creare spazi più sicuri e accessibili.
7) Cerchiamo attivamente di ridurre gli effetti del potere: Abbattiamo le gerarchie del potere per una partecipazione più equa.
8) Evitiamo di biasimare e incolpare: Viviamo in un sistema tossico, ma nessun singolo individuo è da condannare.
9) Siamo una rete nonviolenta: Utilizziamo strategie e tattiche non violente in quanto reputiamo siano il modo più efficace per apportare un cambiamento.
10) Ci basiamo su autonomia e decentralizzazione: Creiamo collettivamente le strutture di cui abbiamo bisogno per sfidare il potere.
È interessante il concetto di cultura rigenerativa, che comprende 4 aspetti:
a) prendersi cura di se stessi,
b) seguire modalità inclusive di lavoro in gruppo,
c) prendersi cura uno dell’altra prima, durante e dopo le azioni,
d) mantenere la connessione con la natura.
Xr è ben consapevole che imparare a lavorare insieme attraverso le assemblee di Cittadini è l’unico modo per resistere all’ecofascismo, che è la conseguenza, a livello del pianeta, dell’inerzia individuale, delle Nazioni e dell’ONU. Il fascismo - i cui segni sono, tra gli altri, la misoginia, la xenofobia e il militarismo - cresce quando le persone sono spaventate, circolano meno soldi e si approvano rigide politiche patriarcali. Ne consegue che la gente voglia meno democrazia e chieda modelli di comportamento più rigidi.
Douglas Rushkoff, professore di tecnologia di New York, ha un blog sulle élites che parlano dell’evento, cioè del punto di collasso ecologico e sociale del sistema. Le domande poste dai manager dei fondi di investimento erano : In quali zone del mondo la catastrofe arriverà più tardi? Come proteggere i loro beni dopo il crack? È meglio avere delle guardie con collari elettronici o ricattare la gente attraverso riserve di cibo tenute sotto codice?
L’avvento dell’ecofascismo è favorito dalle carenze alimentari, dai picchi dei prezzi del cibo e da altri eventi che destabilizzano la società e che alcuni ricercatori collocano tra il 2030 e il 2040.
Così è scritta una lettera da parte di un attivista di Xr:
Cari cittadini e cittadine d’Italia, del mondo,
Ci rivolgiamo a voi poiché siamo tutti abitanti dello stesso meraviglioso pianeta, l’unico che abbiamo a disposizione. Questo decennio abbiamo assistito increduli, sofferenti e impotenti al susseguirsi di catastrofi improvvise e imprevedibili, del superamento dei record di temperatura e delle emissioni. Li abbiamo osservati dalla nostra quotidianità, imbottigliati nel traffico, occupati al lavoro, stanchi, a volte soli, da voci che ci fanno sentire questo trauma da lontano, inarrivabile, inaffrontabile, non di nostra competenza. Le nostre abitudini ci portano a vivere nell’immediato presente, cancellando, giorno per giorno, l’ovvietà che tutti conosciamo: che in un mondo di risorse limitate, la crescita illimitata, la frenesia del consumare, l’unica soluzione che viene proposta, non è una soluzione né una strada per la felicità, ma ciò che ci trascina verso una realtà sempre più drammatica e complessa, verso la sesta estinzione di massa, la prima nella storia a verificarsi con una tale velocità. Senza una risposta altrettanto immediata saremo inermi spettatori del collasso degli ecosistemi, e con essi tutto ciò che questi ci forniscono: il supporto alla vita, il nostro nutrimento, la nostra aria.
Stiamo già assistendo ad una tropicalizzazione del clima che modifica non solo la temperatura ma è anche causa di piogge improvvise, della potenza distruttiva delle tempeste, che favorisce gli incendi, la siccità, l’avanzare dei deserti nel Meridione, l’innalzamento, il riscaldamento e l’acidificazione di mari e oceani, con la probabile conseguenza che ciò che ora diamo per scontato diventerà un lusso per pochi privilegiati.
Vi chiediamo di riflettere un momento: chi sarà a pagare per tutto questo, chi lo vivrà sulla propria pelle? Già oggi respiriamo un’aria talmente tossica da infrangere le nostre stesse leggi. Chi avrà i mezzi di salvarsi, e chi no?
L’eguaglianza sociale si basa sulla stabilità climatica ed ecologica: ben prima di arrivare al collasso ci ritroveremmo nelle condizioni ideali per nuovi totalitarismi, nuovi soprusi. Lasceremo alle generazioni future non una terra florida, ma un campo minato da incertezze, difficoltà e disastri ... La politica rappresentativa, impegnata a fare gli interessi di pochi, perde di vista i diritti universali ...
E c'era l'orgoglio di capire
E poi la certezza di una svolta
Come se capir la crisi voglia dire
Che la crisi è risolta
Adolfo Santoro