La psicosomatica: quando il corpo parla
di Federica Giusti - venerdì 10 novembre 2023 ore 08:00
Ci sono momenti nei quali il nostro parla al posto nostro. Così potremmo definire, in maniera un po' semplicistica, la psicosomatica.
Accusiamo un dolore, un malessere o comunque un peggioramento della funzionalità in qualche parte del nostro corpo. Andiamo da medico, magari facciamo accertamenti, ma non emerge niente di particolare. Noi stiamo male ma l’esame obiettivo clinico non dà riscontro a questo malessere. E’ lì che parliamo di disturbo psicosomatico, ossia la comparsa di sintomi fisici senza spiegazione medica oggettiva. Si tratta di condizioni psicologiche di malessere che vanno ad insistere sul nostro corpo.
Molte possono essere le sintomatologie riscontrate, dalla fatica eccessiva, alle eruzioni cutanee, ai dolori muscolo-scheletrici, passando per disturbi all’apparato digerente (come la gastrite), a quello cardio-circolatorio (ad esempio ipertensione), a quello respiratorio (dispnea o difficoltà respiratorie), incidendo anche sulla qualità del nostro sonno (insonnia) o sulla sfera sessuale.
Tali disturbi psicosomatici possono avere un impatto diverso sulla nostra quotidianità, da quello più lieve e transitorio, magari dovuto ad un momento di breve durata di stress psico-fisico intenso, a quelli più pervasivi ed invalidanti, che si trascinano nel tempo facendo sentire chi li prova davvero in difficoltà. Ecco perché, una volta esclusa la causa organica, sarebbe estremamente opportuno andare ad indagare quella psicologica.
Riuscire, infatti, ad individuare ciò che causa quel tipo di disagio, potrebbe aiutarci a limitare l’impatto sul nostro corpo.
Esempio banale ma credo abbastanza chiaro: se non riesco a digerire una determinata situazione, e non lo riconosco, cercando di farmela andare bene così com’è, magari dopo un po' inizio ad avere una forte gastrite; se, al contrario, riesco a riconoscere che è proprio quella situazione a mettermi in difficoltà, posso provare a lavorarci, anche con l’aiuto del terapeuta, per poter gestire al meglio quei sintomi, senza necessariamente “slatentizzare” la componente fisica.
Il nostro corpo ci manda dei segnali, ma la nostra mente ne ha già inviati altri prima ancora di lui. Sarebbe importante riuscire a sintonizzarci su entrambe le frequenze, quelle della testa e quelle della pancia, come amo chiamarle io, così da poter prevenire situazioni di sofferenza estreme.
E voi vi sentite sintonizzati?
Federica Giusti